Corona Virus: i consigli della psicologa

Lo scorso 11 marzo l’OMS ha dichiarato lo stato di pandemia mettendoci tutti di fronte a misure precauzionali: separati gli uni dagli altri, molti senza possibilità di guadagno, di fronte ad una situazione che non possiamo controllare. Sperimentare ansia e paura e chiederci quali saranno le ripercussioni a breve e lungo termine sulla nostra salute (anche mentale) è normale.

Ma cosi significa veramente essere in quarantena? La quarantena ancor prima di essere uno stato sanitario è uno stato mentale. É panico, paura, isolamento. Le risposte psicologiche alla quarantena sono prevalentemente negative e vanno da stress post-traumatico a confusione, rabbia, depressione, ansia e insonnia.  La paura è leggittima ma può raggiungere punte di angoscia a causa delle caratteristiche tipiche del pericolo: non si può vedere, non è prevedibile non è controllabile. La paura ha comunque la funzione di proteggerci ed il CoViD-19 è un effettivo pericolo. Il senso di responsabilità, verso sé stessi e verso gli altri, è un fattore che in questa fase è opportuno invocare per orientare i comportamenti di tutti.

Abitudini stravolte, immobilità forzata, un tempo che se non adeguatamente “riempito” sembra dilatarsi all’infinito. Ed è proprio per questo che dobbiamo dire no al bombardamento mediatico che può essere fonte di ansia, che si accumula con la preoccupazione che stiamo vivendo. Sono, al contrario, utili tutte le informazioni diffuse da canali ufficiali (OMS, Ministero della Salute e le varie riviste scientifiche).

Per minimizzare le conseguenze di una restrizione di libertà è importante strutturare il nostro tempo al meglio. Un po’ di lettura, un po’ di tv, la telefonata alla persona cara, cerchiamo di dedicare tempo alle nostre passioni perchè un tempo non strutturato può diventare infinito e contribuisce ad una sensazione di totale appiattimento. Oltre al tempo, è importante strutturare anche gli spazi. La convivenza forzata può essere causa di malumore e litigi ed è per questo che dobbiamo imparare a gestire gli spazi e ritagliarci un tempo e uno spazio tutto nostro. Inoltre anche se, può sembrare banale, è utile dedicarsi a qualcosa di costruttivo affinchè quello che viviamo sia un tempo vivo, non mortifero, che possa lasciarci (quando sarà passato), un po’ più ricchi.

La pandemia del CoViD-19 ci ha ricordato che le relazioni umane possono essere “nocive” ma anche che la connessione umana promuove il benessere, inoltre ha aiutato l’uomo a comprendere che bisogna tornare a capire cosa è davvero la vita e quanto questa vale la pena di essere vissuta.

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