Messaggio dell’ArciVescovo per la Quaresima

CONVERTIRSI PER TRASFORMARE

Sorelle e fratelli carissimi,

vi scrivo a pochi giorni dal Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, tempo – ma anche sentiero e strada – che scuote la Chiesa, soprattutto in questi giorni di grande sof-ferenza per gli scandali che l’attraversano, e la invita a rimettersi in cammino, in esodo, in “uscita”, per ritrovare nella Passione, Morte e Risurrezione del Signore la sua ragion d’essere e di operare nella storia e nel mondo.

Quanto sto per offrirvi – con molta umiltà, ma anche con affetto di padre – intende prima di tutto fare eco al Messaggio di Papa Francesco per questa Quaresima, nel quale egli ricorda a tutti noi, suoi fratelli, la bellezza e la dignità dell’essere figli di Dio, in Cristo Gesù: una bellezza così affascinante e solare, da attrarre perfino lo sguardo della crea-zione tutta (cfr. Rm 8, 19).

Mettersi in cammino quaresimale significherà, allora, prima di tutto ritornare alle ori-gini, al principio, al gesto creativo da cui discendono la nostra creaturalità, la nostra filia-lità e la nostra fraternità, per riscoprire e ricordare quell’acqua battesimale, che ha fatto di noi nuove creature, per rigenerare questo cielo e questa terra.

«Se l’uomo vive da figlio di Dio – scrive Papa Francesco – […] e sa riconoscere e mette-re in pratica la legge di Dio, cominciando da quella inscritta nel suo cuore e nella sua na-tura, egli fa del bene anche al creato, cooperando alla sua redenzione».

La Parola di Dio, nelle prime pagine del libro della Genesi, ci svela allo stesso tempo il progetto di Dio sull’umanità, chiamata da sempre a custodire e prendersi cura di ogni creatura, e come tutto svanisce quando – nella pretesa e nel delirio di onnipotenza – l’uomo si erge a dominatore e padrone sui suoi simili e sulla creazione tutta.

Così, il peccato invade come un fiume inarrestabile la storia dell’umanità e finisce per travolgere e annientare la creatura umana, che si scopre nuda, sola, fragile e mortale, con quelle conseguenze tragiche che sono sotto i nostri occhi, ogni giorno, in ogni ango-lo e parte di questo mondo: «Quando viene abbandonata la legge di Dio, la legge dell’amore – scrive ancora il Papa – finisce per affermarsi la legge del più forte sul più debole. Il peccato che abita nel cuore dell’uomo […] porta allo sfruttamento del creato

[…] secondo quella cupidigia insaziabile che ritiene ogni desiderio un diritto e che prima o poi finirà per distruggere anche chi ne è dominato».

Quando ci recheremo nelle nostre chiese e piegheremo il nostro capo, perché venga imposta su di esso la cenere, portiamo nelle profondità del cuore e della mente le paro-le che ci verranno rivolte: “Convèrtiti e credi al Vangelo!”. Solo la consapevolezza dell’essere peccatori ci renderà cristiani capaci di chiedere al Signore di perdonarci e, poiché la nostra invocazione non rimarrà inascoltata, Lui ci ridarà la grazia di convertirci, di cambiare strada e di rivoluzionare tutto di noi, per conformarci a Cristo e comportarci da veri figli di Dio. Allora, saremo capaci di trasformare e rinnovare, a partire dalla no-stra conversione, le nostre Comunità, la vita familiare e quella sociale.

Anche il cammino pastorale di questa nostra Chiesa diocesana, la trasformazione missionaria della parrocchia, non può avanzare, se non ci sarà conversione interiore, accompagnata da quella sapienza della Chiesa – nostra Madre – che nel tempo quare-simale ci indica le strade maestre del digiuno, della preghiera e dell’elemosina. Sì, è pro-prio cosi, carissimi: come Gesù nel deserto, in ascolto della Parola di Dio, in nuovi stili di vita, in fraterna solidarietà con i poveri di questa terra e delle nostre Comunità, per can-tare davvero, nella notte di Pasqua, la nostra nuova vita nella Risurrezione del Signore.

Avranno senso, allora, quei momenti fortemente spirituali, che vivremo in questi qua-ranta giorni: dalla Lectio divina alla partecipazione più frequente all’Eucarestia feriale e domenicale; dal più tempo che dedicheremo alla preghiera e all’adorazione eucaristica; dalla Via Crucis dei venerdì (anche nella partecipazione di tanti giovani e adulti alle varie e commoventi “Passioni viventi”) al Sacramento della Riconciliazione, in particolare du-rante le “24 ore per il Signore” (29 e 30 marzo pp. vv.); dalle rinunce personali alle inizia-tive parrocchiali e comunitarie di carità, di solidarietà e di volontariato. Un “uscire” da noi stessi, per “incontrare” la paternità di Dio nella fede in Cristo Gesù; e per incontrare l’altro come un nostro fratello da abbracciare e con cui camminare insieme.

Termino questo mio Messaggio, lasciando ancora una volta la parola a Papa France-sco, che scrive: «La nostra Quaresima sia un ripercorrere lo stesso cammino, per portare la speranza di Cristo anche alla creazione […] Non lasciamo trascorrere invano questo tempo favorevole!».

È questo anche il mio augurio! Buon cammino di conversione personale, per trasfor-mare con la fede, con la speranza e con la carità questa nostra storia.

Vi abbraccio e vi benedico!

Altamura, 1 marzo 2019

Vostro Giovanni, Vescovo

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