Non sempre i medici vengono ringraziati
In questi giorni di particolare emergenza in cui lo spirito edonistico e il desiderio di mostrarsi non conoscono limiti, anche strumentalizzando i più nobili sentimenti delle persone, e invitandoli a flash mob molto scenografici ma profondamente ipocriti, segnalo che poco più di 24 ore fa io e mia moglie, Dirigente Medico di Pronto Soccorso presso l’Ospedale “Miulli”, siamo stati oggetto di diffamazione diffusa sui social dove comparivano sia il nome che la foto mia e di mia Moglie, con la cattiva intenzione di facilitare la messa all’indice sociale e ledere la nostra dignità, in barba a ogni legge o tutela di riservatezza, indicandola come soggetto affetto da CoViD-19, e di fare attenzione conseguente. Il tutto, nonostante, il tampone cui è stata sottoposta, in quanto medico del Miulli, fosse risultato negativo e ne avesse dato diffusamente notizia. Questo avvenimento è stato stigmatizzato sia dal sindaco di Gravina in Puglia dott. Valente, sia dalla sindaca di altamura dott.ssa Melodia, la quale comunque non fa nomi ma riferisce della circostanza. Abbiamo provveduto a sporgere querela presso la Procura di Bari e ad affidarci a un legale per la nostra tutela. Ci rincresce rilevare quanto questa caccia all’untore sia pratica diffusa e quasi sport nazionale. Nonostante tutto mia moglie stasera rifarà il terzo turno notturno in meno di una settimana e io resterò ad inventarmi strategie per tenere in casa due figlie in età scolare che hanno il diritto alla serenità e alla tutela, con l’ansia di questa incombente spada di damocle, acuita dallo stato di ansia e frustrazione conseguente all’episodio riferito.
Da cittadino e marito di medico mi sono sentito disgustato da quanto successo.
Tutta la mia solidarietà.