Ad ogni vino la sua bottiglia
Il vetro fa parte della nostra vita ed è sicuramente presente nelle nostre case sotto molteplici forme. Bicchieri e contenitori per gli usi più disparati ci accompagnano nella quotidianità. Anche per il vino, il vetro è fondamentale per il suo affinamento e la conservazione negli anni. Antichissime sono le origini di questo materiale così fragile e resistente nello stesso tempo. Ci sono testimonianze di stoviglie e gioielli in vetro in Egitto, nel 2000 a.C. e in Italia, con l’arrivo di quegli oggetti attraverso il Mediterraneo, furono aperte fornaci a Roma e in Campania. Nel corso dei secoli le tecniche si affinarono sempre più, soprattutto a Venezia che diventò punto di riferimento grazie al lavoro di bravi artigiani.
Le origini della bottiglia risalgono al 1700, anche se non nei materiali e nelle forme oggi conosciute.
I primi modelli, che risalgono al XIII secolo, erano di cuoio e somigliavano a un piccolo otre per un trasporto più sicuro.
Ad esempio, per il trasporto del vino Nobile di Montepulciano, intorno al 1700, si utilizzavano bottiglie rivestite di una sottile impagliatura (alcune sono state ritrovate da viticoltori della zona, dimenticate in una soffitta). Sicuramente è più conosciuto l’antenato del fiasco chiantigiano che si comincia a usare sin dalla fine del trecento.
Bisogna spostarsi in Francia per trovare i primi modelli di bottiglie soffiate risalenti al secondo decennio del 1700, a forma più che altro di boccia.
Nel tempo il disegno si modifica, fino ad avere bottiglie di forma più allungata. Alla fine del 1800 incomincia la fabbricazione industriale. I vignaioli dopo varie prove sono riusciti a individuare le bottiglie adatte alle tipologie di vino prodotte.
Per ogni vino una bottiglia, o quasi… vediamone alcune:
Bordolese
Dalla Francia, precisamente dalla regione di Bordeaux, questa bottiglia, dal vetro color marrone scuro oppure verde, viene utilizzata soprattutto per i vini rossi da invecchiamento. Quelle di vetro incolore si usano per i vini bianchi o rosati.
Borgognona
Originaria della Borgogna questa bottiglia ha il vetro color verde scuro -detto anche color foglia morta, oppure marrone e si utilizza per vini rossi di lungo invecchiamento, in quella zona soprattutto per il Pinot nero.
Renana
Nasce nella regione vicina al fiume Reno; il vetro è verde chiaro o trasparente, di forma allungata, si usa per i vini bianchi, può essere trasparente e ha una forma affusolata.
Albeisa
Di origini piemontesi, si caratterizza per la forma conico-cilindrica. Naturalmente è la bottiglia per eccellenza adatta ai grandi vini della regione: Barolo, Barbaresco…
Anfora
Utilizzata in Francia per i vini della Cote de Provence, in Italia ha rappresentato per molto tempo, il Verdicchio (Marche); solo poche aziende oggi la usano.
Champagnotta
Forse la più conosciuta perché è la bottiglia più adatta e quindi più usata per Champagne e Spumanti. Il vetro, comunemente di colore verde, è molto spesso proprio per resistere ad una pressione di 10/12 atmosfere.
Chiantigiana-Fiasco
È di origine toscana. Sin dal XIV secolo, famosa per i vini del Chianti, è panciuta e rivestita da un intreccio di paglia, a protezione. Ormai è in disuso.
Marsalese
Dal nome del vino Marsala per il quale è adoperata.
Pulcianella
Umbra di origine, impiegata per il vino di Orvieto.
Ungherese
Tipica del Tokaj, vino dolce di origine ungherese, ha un volume di mezzo litro.
La bottiglia tecnicamente si divide in più frammenti. La parte alta si chiama anello o cercine e serve per il tappo che può essere di vari modelli; il collo è la parte più stretta, la spalla è la porzione che si restringe partendo dal corpo, per formare il collo. Il corpo è la parte più lunga e la base, chiamata anche picura, può essere liscia o con una rientranza concava.
I formati più conosciuti sono il quarto, pari a una bottiglia da l. 0,200, la mezza bottiglia, con capienza di l. 0,365 (circa un terzo di litro) e quella di l. 0.750 (tre quarti di litro)
Suggestivi sono i nomi delle bottiglie, di varia portata, nate per Champagne e Spumanti ma ormai adoperate per tutti i vini o meglio, quelli che meritano di essere conservati a lungo.
Magnum, pari a due bottiglie da 75 cl. (1,5 litri); Jeroboam – Doppio Magnum pari a quattro bottiglie (3 litri); Mathusalem, otto bottiglie (6 litri); Salmanazar, nove litri (12 bottiglie); Balthazar, sedici bottiglie (12 litri); Salomon, ventiquattro bottiglie (18 litri); Primat, trentasei bottiglie (27 litri); Melchizedec , quaranta bottiglie (30 litri).
A ogni vino la sua bottiglia e il suo calice, per gustare un’antica e pregiata bevanda, il vino che, come poeticamente affermò Pindaro, “eleva l’anima e i pensieri, e le inquietudini si allontanano dal cuore dell’uomo…”