IL NOSTRO CALCIO…. QUALE FUTURO?

Caputo e la sua storia sportiva e umana ci offrono lo spunto per volgere lo sguardo su ciò che anima il panorama sportivo locale. Passeremo in rassegna tutti gli sport presenti sul territorio, iniziando dal calcio. 

In Lega pro militano Franco Michele (1985) nella Pro Sesto, Mario Mercadante (1995) difensore, già titolare in Nazionale alle Universiadi del 2018 in Italia.Il materano Stefano Antezza in forza alla Viterbese sempre in Lega Pro difende i colori  biancazzuri. Monopoli accoglie le ambizioni degli altamurani Giulio Ninivaggi (2002) centrocampista, Vincenzo Cirrottola (2003) attaccante, Vito Dibenedetto (2004) difensore, più in alto di tutti Giuseppe Simone (2004) attaccante ad un passo dal calcio che conta, U/17 della Roma.

Mi scuso se ho trascurato qualcuno. Ad una prima analisi non sembra un bilancio lusinghiero considerando il gran numero di giovani praticanti che affollano le Scuole Calcio che si nutrono di sogni, a volte più vissuti dai genitori che dagli stessi ragazzi. La irripetibilità di ogni singola vicenda rischia di alimentare facili illusioni, di cui sarebbero vittime solo i piccoli “campioni”.

La riflessione sorge spontanea: forse tra i vari sport il calcio è il meno assimilabile al concetto di ”Scuola” in senso stretto poiché fonda la sua ratio sulla creatività, su di un bagaglio motorio complesso, la cui strutturazione avviene grazie ai più vari “patterns” fisiologici che si  strutturano  sin dalla  prima infanzia in forma libera e  spontanea, corroborata da  aspetti umani, sociali emotivi, affettivi, di  abitudini alla  competizione anche dura  alla ricerca  di sé nel confronto con ciò che è fuori dal sé sino allo stremo. A ciò si aggiunga la cronica penuria di strutture sportive o di spazi liberi tipo playground che sfiorano cifre da gogna per i nostri politici, alla frammentazione delle risorse umane, dando vita a conflittualità deleterie per la crescita globale del movimento. 

Altro aspetto riguarda la rinuncia, spesso legata a fattori economici o di sopravvivenza, ad una naturale selezione dei rari talenti che necessitano di crescere e confrontarsi con pari altrettanto promettenti altrimenti si regredisce inesorabilmente, insomma la annosa questione della “gestione” del talento a tutti i livelli. 

Altro fattore essenziale riguarda la caratterizzazione dei tecnici di Settore Giovanile che deve presentare requisiti assoluti di educatore, animatore, conoscitore delle problematiche legate alle varie fasi della crescita e padrone della cultura dell’apprendimento. 

L’abbandono della attività quando i giovani sono ancora in formazione sollecita interrogativi che riguardano anche il modo in cui crescono, alle motivazioni ed ai sacrifici che l’attività sportiva comporta privilegiando alternative nichilistiche a cui i genitori spesso assistono passivamente sino ai più tragici epiloghi. Lo Sport non può essere avulso dalle insidie della società e per sopravvivere necessita di un impianto morale saldissimo e di articolazioni funzionali affidati ad agenti qualificati ed appassionati. 

Non pensate che la moderna scienza dell’apprendimento non solo motorio, attraverso artifizi quali la riproposizione di stati d’animo collegati ai vari gesti o azioni motorie così come apprendimenti non lineari non sia altro che un nostalgico volgersi al passato, alla motricità legata agli oratorii, agli spazi aperti, alle sfide infinite tra pari nelle modalità più creative ed irrituali? 

Prof. Leonardo Denora

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