Aere perennius: per Paolo Casanova

La Storia è nostra, la Storia siamo noi; solo studiando la Storia capiremo chi siamo, le ragioni del mondo che ci sta attorno. L’altro ieri nella chiesa di San Domenico abbiamo commemorato il 76esimo anniversario del Funerale di Stato celebrato nello stesso Tempio il 24 aprile 1947. C’erano voluti due anni, due mesi e dieci giorni per riportare a casa la salma di Paolo Casanova, fucilato dalla milizia nazista a Verona, all’alba del 9 febbraio 1945 nel vecchio forte austroungarico di San Pròcolo costruito nel 1840 e usato come poligono militare dai nazisti. Al funerale del 1947 officiava don Giovanni Notario, parroco di San Sepolcro, perché Via Bernini, dove abitava la famiglia di Paolo, rientrava nel territorio di quella parrocchia. Via Bernini divenne Via Paolo Casanova.

Onore a Dio

Dall’inizio di marzo ho posto due domande a tanti miei conoscenti – non meno di venti, giovani e meno giovani, tutti istruiti: c’è il forno di san Domenico ad Altamura? Chi è il Casanova cui è intestata la traversa di via Ariosto? Una sola persona mi ha confermato che il forno di san Domenico c’è ed opera a regime pieno; fa pensare a un segreto ben custodito… a lui non ho posto l’altra domanda perché è Peppino Scalera, fratello degli attuali gestori del forno e mio vecchio amico. Alla domanda sul Casanova solo due hanno identificato Paolo, il bersagliere “morto in guerra”: tutti gli altri hanno risposto senza esitazione: “l’avventuriero veneziano, straordinario sciupafemmine, Giacomo Casanova!” Bravi! Quando si dice il senso della Storia… Siamo tutti “rimandati a settembre”, non respinti: dobbiamo recuperare, con passione, il senso di appartenenza ad una tradizione straordinarimente ricca, al senso di solidarietà, di amore e tutela per la nostra Murgia, di quel popolo di formiche esaltato da Tommaso Fiore, tutti figli dei mitici Mirmidoni.

Preghiera del Bersagliere

Dopo la Santa Messa Anniversaria del 24 aprile scorso per Paolo Casanova, celebrata da don Vincenzo Saracino,  ho voluto ringraziare chi l’ha voluta insieme con me. Ecco la scaletta che ho preparato:

Ringraziamento

A  nome del Club per l’UNESCO di Altamura, dell’Ass.ne Culturale AlGraMà e mio personale, RINGRAZIO

  • Don Vincenzo Saracino, Parroco della Consolazione e Cappellano di san Domenico
  • La CONFRATERNITA DI SAN DOMENICO che ci ospita
  • I Bersaglieri dell’Ass.ne Nazionale Bersaglieri, sez. di Altamura per la loro fraterna testimonianza qui
  •  Rivolgo un pensiero di viva gratitudine a Maria e Titina  Casanova, ultranovantenni sorelle di Paolo (Maria è vedova del mio Maestro Francesco Esposito) entrambe qui con noi; a Franco Casanova 86enne fratello di Paolo che vive a Torino ed è con noi nello spirito, non essendo in grado di viaggiare. Devo a loro il privilegio di aver potuto studiare i pochi documenti personali di Paolo
  • Ringrazio il Generale Franco Dimarno che ha aderito con entusiasmo al mio invito: i Bersaglieri dell’ANB di Altamura sono presenti oggi grazie a lui. Gli impegni extraterritoriali del Settimo Reggimento Bersaglieri non hanno consentito la partecipazione di una rappresentanza nella chiesa di San Domenico per la commemorazione anniversaria.
  • Sono grato a Filippo Cristallo e a Michele Gismundo dell’Associazione AlGraMà, per la piena collaborazione mediatica
  • A Luigi Viscanti, instancabile attivista a nome dell’UNESCO e mio amico fraterno, dico GRAZIE per la preziosa collaborazione
  • Ringrazio Gianni Moramarco per la nobile sensibilità civica di essere qui con noi, sottraendo tempo prezioso alla campagna elettorale
  • Ringrazio Biagio Clemente, preside del Liceo contiguo a questo Tempio, per aver persuaso tanti allievi del Classico (oggi non c’è scuola, c’è ponte per la Festa della Liberazione) ad essere qui per questa straordinaria lezione di Fede e di Storia altamurana.
Giovani e meno giovani con le signore Casanova tra i Bersaglieri

Va ricordato che Paolo Casanova ci dona  una formidabile lezione di Fede radicata nella tradizione Evangelica della sua famiglia; Paolo testimonia con il perdono al suo carnefice; accoglie così, in pieno, l’invito di Cristo Salvatore: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16). Siamo dinanzi all’incarnazione del pieno successo di una imitatio Christi.   A Villafranca Piemonte (si chiamava ancora Villafranca Sabauda nel 1945)  il 5 febbraio 1945, quattro giorni prima che venisse fucilato Paolo Casanova a Verona, Ennio Carando (1904-1945), filosofo, partigiano e Medaglia d’Oro al VM, veniva giustiziato al tramonto tenendosi per mano con il fratello Ettore, capitano di Artiglieria. Agli allievi del Liceo Classico Costa di La Spezia, dove insegnava, soleva dire: La Storia si deve studiare perché ci aiuta a capire il presente, la Filosofia si deve studiare perché ci guida per costruire il futuro.

GRAZIE A VOI TUTTI!

Maria Casanova, Giuseppe Bolognese e Gianni Moramarco

Postilla

L’accostamento tutt’altro che casuale del sacrificio estremo di Paolo Casanova a Verona con quello dei fratelli Carando quattro giorni prima a Villafranca Piemonte, 41 km a sud di Torino, mi suggerisce una considerazione, un quesito che mi frulla in capo. A Ennio Carando, di convinta fede comunista,  fu giustamente assegnata la Medaglia d’Oro al VM, mentre al fratello Ettore, milite fedelissimo al proprio giuramento di fede al Re, trucidato insieme con il fratello, mano nella mano con lui, fu assegnata la Medaglia d’Argento al VM: identico sacrificio di due fratelli, metallo minore ad Ettore, come mai? Ma c’è di peggio: il 31 maggio 1960, il Comandante militare territoriale di Napoli concede la Croce al Merito di Guerra al Bersagliere “deceduto” Paolo Casanova, quindici anni e tre mesi dopo la fucilazione a Verona del fornaio altamurano del Forno di San Domenico in Via Ariosto; provo a darmi una spiegazione, ma mi perplimono le ipotesi inquietanti sul merito differenziato. Siamo nella discarica culturale? Spero che il Generale Dimarno mi aiuti a capire e a chiedere giustizia.

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