Monumento ai caduti della Prima Guerra mondiale

Il monumento evoca il ricordo di una tragedia immensa, una storia di sacrifici, di dolore e di morte: la Prima Guerra mondiale. Il bronzo è opera dello scultore Angelo Galli (1870 – 1933) di Viggiù in provincia di Varese. È collocato al centro della villa comunale ed esalta la passione e la vitalità di un popolo che si ribella all’oppressore: il più bello e significativo in tutta la Regione. L’asta del vessillo che la personificazione dell’Italia impugna sembra voler fendere l’aria, trasformandosi quasi in arma nelle mani di chi è divenuto, nel suo spasmodico sporgersi innanzi, tutt’uno con la bestia impennantesi che cavalca. I militi in basso, congelati nel repentino scatto che precede la carica, accentuano il dinamismo del gruppo, accompagnato, nelle retrovie, dallo slancio della donna e del prigioniero, metafora del popolo che si ribella all’oppressore, che reca ancora ai polsi le catene ancora recise. Il Monumento ai Caduti è fuso nel bronzo dei cannoni austriaci. A ricordo di quel 4 novembre 1918, in molte città italiane furono intitolate strade e piazze, per invitare il popolo a riflettere sulla pace. L’opera risulta incompiuta nel retro, non avendo l’Artista ricevuto tutto il dovuto. Il gruppo scultoreo poggia su un basamento in marmo bianco su cui lati sono incisi i nomi dei numerosi Caduti negli anni 1915, 1916, 1917, 1918. Ai piedi del maestoso monumento ai caduti, ogni anno, il 4 novembre la città di Gravina in Puglia celebra la Giornata dell’Unità Nazionale delle Forze Armate. È una giornata celebrativa che fu istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale, evento bellico considerato completamento del processo di unificazione risorgimentale. Raccontiamolo ai ragazzi!

Foto: Carlo Centonze

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