Quel filo dolce di vincotto di fichi sulle deliziose cartellate

Solo guardandole le cartellate il ricordo dei tempi andati ti assale. E ti riporta negli anni della fanciullezza e tra le mura domestiche di certe case contadine del Sud. Questi tipici dolci natalizi qui da noi ci raccontano momenti di intimità familiare, di amore e di speranza per la nascita del Bambino Gesù. Ci raccontano ristrettezze econome e dignitosa povertà. Oggi quella intimità familiare di un tempo ci viene richiesta “per decreto” si direbbe, a causa di una pandemia da superare a tutti i costi: gli anziana non si preoccupano più di tanto, così “attaccati” amorevolmente alla vita.       

        Sono dolci originali che si ottengono componendo nastri di una sottile sfoglia di pasta di farina, olio e vino bianco, unita e avvolta su sé stessa sino a formare una sorta di “rosa” coreografica con cavità e aperture, che verrà fritta in abbondante olio di oliva. Le cartellate si chiamano così perché sono appunto accartocciate su se stesse: lasciatele asciugare all’aria le “rose”, giusto il tempo di riscaldare l’olio sul fuoco. Ad olio bollente vanno calate dentro le roselline di pasta. Friggetele per qualche minuto, finché saranno dorate. Quindi riponetele a scolare su della carta da cucina. Riscaldate una bottiglia del vincotto di fichi in acqua calda e delicatamente versate il contenuto sulle deliziose cartellate: una semplicissima operazione ma ricca di ricordi d’altri tempi.  

        Una ricetta di 30 cartellate. Dolci che si possono mantenere per una decina di giorni: friabili e croccanti, preparati manualmente e con tanto vincotto rigorosamente di fichi.

  • 250 grammi di farina 00
    • 250 grammi di semola
    • 100 ml di olio di oliva
    • 100 ml di acqua
    • 120 ml di vino bianco
    • 1 cucchiaino di zucchero
    • Mezzo cucchiaino di sale
    • 750 ml di olio di semi per friggere
    • 500 ml di vincotto di fichi

La redazione

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