Giorni da Pecora?

I programmi televisivi di tutte le reti ci propongono, con la partecipazione di grandi chef, format di cucina raffinata e artificiosa, con abbinamenti stravaganti e, spesso, impietosi. Ortaggi “alla Julienne” e salse di coriandolo, a dispetto di un’Italia genuina e ruspante, ricca di tradizioni e di prodotti tipici, o ricette tramandate nel tempo.

Le Sagre – feste popolari frequentemente di origine religiosa – hanno dismesso il loro carattere sacrale/pagano e, da momenti di ringraziamento o di auspicio per la nuova stagione, hanno oggi la funzione di conservare le tradizioni e la tipicità di un prodotto, o di un piatto della cucina regionale o locale.

Dalla “pupporina” in Toscana alla “ficamaschia” a Porto Ercole, dallo “sciusciello” di Pellezzano alla pasta fatta in casa e de “lu porcu pri pri” del Salento. Insomma, stravaganza e fantasia in una cornice storico-religiosa, fatta di semplicità, originalità e tipicità, nel rispetto del rigore dei nostri avi.

Altamura golosa e gourmet sembrerebbe estranea al circuito delle sagre e delle feste popolari e sembra voler dimenticare le tradizioni, i piatti forti, la gastronomia rappresentativa del luogo e della sua economia. Negli ultimi 50 anni sono stati cancellati i riti di ringraziamento (ad esempio la processione degli scafalitte) sui quali torneremo.

Siamo riusciti a relegare nei ricordi anche la importante e felice intuizione del giornalista Onofrio Pepe e del dottor Peppino Colamonaco & Amici del Fungo Cardoncello, che dettero vita ad un format teso a valorizzare il fungo selvatico delle nostre doline calcaree, odorate di serpillo e di finocchietto, di timo e di malva.

La iniziativa ha ancora vita ed ha carattere itinerante nell’ambito del circuito di altri centri murgiani (Poggiorsini, Spinazzola, Minervino), grazie alle locali Pro Loco.

Ora, la promozione turistica della regione murgiana passa attraverso gli eventi di un certo spessore. E la valorizzazione della natura e della storia, nonché delle tradizioni e dei prodotti enogastronomici, può costituire un forte attrattore turistico, unitamente alla Cripta di San Vito Vecchio, agli affreschi bizantini di GraMurgia, o alla Cattedrale federiciana e ai siti paleolitici, tra i più importanti di Europa, in AlMurgia.

Insomma, le tradizioni – attualmente tradite – costituiscono una risorsa attuale, onde il territorio murgiano dovrà scrollarsi dalla cronica pigrizia e distanza rispetto all’impegno collettivo e dovrà fare squadra per esprimere le proprie potenzialità.

Sul filo di lana, in prospettiva di “Murgia 2030” e passando attraverso “Matera 2019”, AlGraMà ha confezionato il format della “Sagra della Pecora”. Una sorta di ringraziamento e festa alla conclusione dei lavori di trebbiatura e del raccolto. Un buon auspicio in prospettiva di una buona annata vitivinicola e olearia.

Un omaggio alla pecora, animale umile ed obbediente, di scarse pretese e fonte di ricchezza per un territorio votato alla pastorizia e che negli anni ’60 contava il gregge più popoloso di Italia.

La pecora aveva – e può avere – una valenza nell’ambito dell’economia locale, oltre ad un indotto. Pastori e Massari erano protagonisti di una filiera che vedeva coinvolti lattai e formaggiai, tosatori e conciatori, tessitori e materassai.

La Lana di pecora costituisce la materia prima per una economia tipicamente agricola. Il latte è la base di prodotti caseari di alto gradimento. Le carni, infine, sapientemente cotte dai nostri maestri macellai nelle grandi bocche di forni alimentati dal quercino e dal nocciolo, risultano – a dispetto del pregiudizio – gustose, tanto da far invidia alle ricette di alta cucina gourmet.

AlGraMà non propone solo sacrifici di pecore. Presenterà, tra una bracioletta al profumo di latte di santoreggia e lo stracotto al consommè di cipolle e verdure, laboratori, approfondimenti, spettacoli.

Insomma, non saranno giorni da pecora!

One thought on “Giorni da Pecora?

  • 15 Agosto 2018 in 12:34
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    Non vedevo l’ora che si iniziava ci hanno rubato senza campanilismo le ns vecchie tradizioni tanti paesi limitrofi ora rievochiamoli nuovamente tutti insieme al fine di combattere tutte quelle schifezze inventate per riempire spazzi televisivi. Pure la cipolla rossa va pubblicizzata perche ormai non se ne trova piu in quanto viene venduta sul campo ai commercianti del nord . Queste manifestazioni servono per incrementare
    Le culture e l’occupazione. In ultimo ti aggiorno che la citta metropolitana continua ad operare solo ed unicamente a favore del sindaco e del comune di bari. Se vuoi ti posso aggiornare sulla questione , noi con altri comuni limitrofi e anche fuori regione possiamo farla da padrona

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