Il Maniero della Musica

Dopo le battute di caccia lungo gli acquitrini ricchi di uccellagioni, Federico II, tra un congresso e l’altro della Magna Curia, doveva aver ospitato nel suo maniero di caccia, al lume delle torce, strumentisti e cantori.

L’imperatore conosceva ed apprezzava sin da fanciullo il canto e la musica. Egli stesso – secondo la testimonianza del francescano Salimbene da Parma – leggeva, componeva, cantava cantilene e canzoni, impiegando il liuto arabo.

A quel tempo la musica italiana subiva l’influsso del pensiero della poesia trobadorica che dalla Provenza si diffondeva anche in Italia, accompagnando le liriche musicalmente.

I menestrelli e i giullari alla corte di Federico, in controtendenza rispetto alle resistenze dei rimatori della scuola siciliana, si accompagnavano con la viella (strumento ad arco a 5 corde) e con la ghironda (una sorta di viola a più corde sollecitate da una manovella).

Nel luogo dove ancora oggi echeggiano le prime note della lirica d’arte che emulava i trovatori francesi, all’interno dei resti dei muri in mazzaro del federiciano maniero a pianta rettangolare, un pubblico attento e numeroso è accorso, nonostante l’oblio e l’apatia dell’ente gestore, per applaudire la performance del murgiano direttore di orchestra trasferitosi in Germania.

Il Maestro Michele Carulli, direttore artistico e musicale della Symphonieorchester Wilde Gungl di Monaco di Baviera, esulando da melodie già note, ha proposto musica colta.

La sua giovanissima orchestra, costituita poche settimane fa per l’occasione, è stata impegnata nel Settimino Mi bemolle maggiore per archi e fiati, Opera 20, per violino, viola, violoncello, contrabasso, clarinetto, corno e fagotto.

L’opera 20, composta da Ludwig van Beethoven mentre imperversava la rivoluzione partenopea, ha avuto un notevole successo ed elogi da parte della critica.

Quindi, una adeguata pausa durante la quale, nel corner sapientemente ed adeguatamente allestito dagli scenografi di AlGraMà, il pubblico ha potuto apprezzare una sinfonia del gusto. Compositori, gli esperti enogastronomici dell’associazione che intende fare squadra tra i comuni della regione murgiana.

Il rosso ed il rosato di grande qualità delle cantine Mantegna da Irsina hanno accompagnato crostini di pane DOP di Altamura del Panificio Biscò con crema di ceci bianchi o neri. Olio di oliva Perniola e cipolla rosa di Acquaviva per rifinire.

Insomma, un percorso enogastronomico di qualità tra la Corte di Federico II e quella di Maria Teresa d’ Austria.

L’orchestra diretta dal maestro Carulli ha, poi, proposto il Nonetto di Louis Spohr, compositore, violinista e direttore di orchestra tedesco dell’epoca romantica. Figura di rilievo per il contributo al sorgere della figura moderna di direttore d’orchestra, e per la tecnica violinistica.

Fuori programma, la Petite Offrande Musicale di Nino Rota, compositore italiano, noto per le sue colonne sonore oltre che per le composizioni classiche.

La Musica colta, classica e romantica, diretta dal Maestro Carulli ha così ridato anima e magia ai resti del Maniero di Federico II che, dall’alto di quel colle, sopravvivono alla indifferenza e alla decadenza, alle assenze e alle… vacanze.

 

One thought on “Il Maniero della Musica

  • 21 Agosto 2018 in 23:38
    Permalink

    Il pubblico vince sempre…

I commenti sono chiusi.

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