Cenni sul dopoguerra ad Altamura. Conversazione con il prof. Pietro Pepe

Ho avuto l’onore e il piacere di conoscere il Prof. Pietro Pepe negli anni sessanta. Era alle prime prese con l’attività di insegnamento nelle scuole superiori e mi trovai ad ascoltare da studente le sue lezioni che erano già allora raccomandazioni di vita e di comportamenti, lezioni offerte da un giovane ai giovani in fase di formazione per affrontare il futuro con consapevolezza e impegno.

            La carriera politica e i ruoli esercitati nel tempo fino alla presidenza del Consiglio Regionale della Puglia fanno del Prof. Pietro Pepe un interlocutore di primo piano per la migliore conoscenza dei fatti che riguardano l’attualità e la storia della nostra società, a cominciare proprio dalla città di Altamura.  

            Pierino Pepe si dichiara “lusingato da tanta stima e fiducia”: mi offre ben volentieri ogni sua informazione e/o testimonianza, frutto di conoscenze e di informazioni ascoltate in famiglia, a scuola e soprattutto dalle “lezioni” dei suoi maestri di formazione politica come il Sen. Giacinto Genco e l’On. Aldo Moro. Condivide, intanto, che quanto accaduto negli anni del secondo dopoguerra ad Altamura e Gravina, con modalità e specificità diverse, è capitato in ogni parte d’Italia. I fatti storici intervenuti, a livello locale e particolarmente nella fase della Ricostruzione (negli anni 40-50) non sono, però, abbastanza conosciuti, specie tra le giovani generazioni. Infatti tale segmento della nostra evoluzione storica e sociale italiana non rientra – ahimè – nei programmi di studio delle scuole medie e resta appannaggio degli studiosi di storia locale.

            Cosa avvenne – ho chiesto al prof. Pepe – ad Altamura all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943: si registrò la presenza dell’esercito tedesco, che durò poco tempo grazie all’arrivo delle truppe italiane da Bari. In quel periodo i fascisti altamurani erano improvvisamente scomparsi, si adeguarono infatti al nuovo corso politico rimanendo nei propri posti di lavoro, in servizio cioè nelle scuole e negli enti pubblici. Al Nord i nostalgici diedero vita alla Repubblica sociale di Salò, mentre al Sud, i partigiani fondavano il Comitato Nazionale di Liberazione apprestandosi così a preparare i nuovi tempi democratici. Il primo Congresso del C.N.L. fu tenuto nel 1944 a Bari presso il Teatro “Niccolò Piccinni”, alla presenza dei principali protagonisti politici del tempo: Giuseppe Di Vittorio, Tommaso Fiore, Giacinto Genco e Aldo Moro.

            Potrebbe raccontarmi, per grandi linee prof. Pepe, la situazione politica, sociale ed economica delle città di Gravina e di Altamura nell’immediato dopoguerra: per raccontare bene le diverse esperienze che hanno caratterizzato le città di Gravina e Altamura bisogna partire dalla diversa condizione sociale delle due popolazioni. Nella prima la proprietà era concentrata nelle mani di pochi proprietari terrieri, nella seconda la proprietà era abbastanza diffusa tra tanti. Perciò a Gravina la base sociale era composta a larghissima maggioranza da braccianti e operai che fecero nascere il primo Comitato d’Azione, preludio del futuro Comitato Nazionale di Liberazione. Ad Altamura la base era costituita da agricoltori e coltivatori diretti, da artigiani e da piccole imprese, in una parola da lavoratori autonomi. Nei primi anni Quarata non vi erano ad Altamura antifascisti organizzati, come invece accadde in tanti altri comuni della provincia di Bari, come a Gravina, a Conversano, a Minervino Murge, ad Andria e in tanti altri comuni pugliesi.

            Nella vicina Gravina, a Corato, a Minervino Murge e in altri comuni della Terra di Bari ci furono manifestazioni di sciopero e di violenza dei disoccupati agricoli. Quali furono gli episodi salienti delle proteste dei contadini o delle altre categorie di lavoratori ad Altamura? Il prof. Pepe chiosa così: in particolare a Gravina le lotte per “il pane e il lavoro” sfociarono in atti di violenza contro i latifondisti, i conservatori feudatari e il clero, ad Altamura la resistenza ai fascisti e alla destra fu organizzata invece dagli amici cattolici, i popolari di Giacinto Genco, che si riunivano presso il centro “Giosuè Borsi” e la “Fuci” universitaria sia pure in modo clandestino; solo il 22 luglio 1944 uscirono allo scoperto ed il Prefetto di Bari affidò al futuro senatore Giacinto Genco la carica di Commissario-Sindaco. Fu il primo sindaco prefettizio del dopoguerra e durò sino al 1945. Seguirono altre nomine di sindaci prefettizi come il Prof. Ippolito Pinto e per un breve periodo il socialista Prof. Luigi Bolognese.

Assieme ad altri, un autorevole protagonista politico, già sindaco di Altamura negli anni 1920-21, poi confinato a Ventotene, fu il Prof. Tommaso Fiore. Tornato a casa nel 1944 dette “corpo e cultura” al popolo antifascista con le sue iniziative culturali, in primis i libri “Il popolo di formiche” e il “Cafone all’inferno”. I comizi e i cortei si svolgevano ad Altamura in Piazza Duomo e in “Piazza Rossa”, oggi Piazza della Repubblica. E’ il caso di richiamare – sottolinea il prof. Pepe – una vicenda accaduta ad Altamura nel 1919 e che vide protagoniste le donne e le vedove dei combattenti della prima guerra mondiale. Arrabbiate e deluse per i continui rinvii nell’assegnazione delle terre incolte, decisero di incendiare gli archivi municipali. E i fascisti misero in giro una notizia falsa: il Sindaco Tommaso Fiore fu accusato di essere stato il responsabile dell’accaduto e dell’incendio.

         Quali furono gli esiti delle prime elezioni amministrative su basi democratiche avvenute il 24 marzo 1946 e quali gli esiti del Referendum del 2 giugno ‘46 sulla riforma istituzionale dello Stato, che portò all’abolizione della monarchia? La risposta del prof. Pietro Pepe: nel Referendum del 2 giugno 1946 fu la Repubblica a prevalere sulla Monarchia a Gravina, infatti vinse con una percentuale elevata del 61%, mentre in Puglia, a Bari e ad Altamura vinse la Monarchia con oltre il 54%. Sul fronte amministrativo la città di Altamura si mostra “Bianca”, con la vittoria di una formazione politica anticomunista. Gravina invece, come sapete, si presenta “Rossa” con la vittoria di una coalizione caratterizzata da una forte presenza di comunisti e socialisti.    

            Conclude il prof. Pietro Pepe: voglio richiamare l’attenzione su un luogo della memoria chiamato “Campo 65” sulla direttrice Altamura-Gravina che conserva una viva testimonianza relativa al periodo storico oggetto della nostra conversazione.

Giuseppe Marrulli

Rubrica Foto Storiche by fb Raffaele Barone:

“Salone”. Antica ex sala da barba ubicata in piazza Duomo ad Altamura con il suo titolare (mest Giacchin), seduto a leggere il suo giornale. Alcuni anni fa, la storica insegna nella foto rappresentata, venne trafugata da ignoti e non più ritrovata.

Photo credit by Luciano Montemurro.

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