La politica è nutrimento della società, non possiamo farne a meno

Uno dei capitoli più interessanti del libro “La forza di amare” di M. Luther King è quello in cui ci spiega cosa si deve fare di fronte a delusioni e a sogni infranti: non abbandonarsi alla rassegnazione, rialzarsi e combattere contro le ingiustizie. Cioè fare politica.

            Roberto Benigni, nel commentare alcuni articoli della nostra Costituzione, ha avuto modo di sottolineare che “la politica è la linfa vitale della società, il fare politica non deve essere soltanto un diritto, ma un dovere, dovere in primo luogo morale di ogni uomo.

            Non abbiate paura quindi di pronunciare la parola “politica”: è nata tremila anni fa per definire ciò che riguarda la città nel suo insieme. Chi affronta e risolve problemi collettivi con risorse pubbliche svolge un’attività politica, che si manifesta attraverso profondi contrasti. Una società senza contrasti sarebbe una società spenta e immobile: è necessario solamente evitare che diventino distruttivi, cioè gestiti con la violenza mirando all’eliminazione dell’avversario. I conflitti sono vitali per una società, perché attivano le energie umane e li obbligano a confrontarsi con gli altri.

            Ci sono momenti storici – come il rinnovo delle cariche istituzionali a tutti i livelli – in cui si verifica una generale partecipazione alla vita politica: tanta gente esce dalla loro sfera privata e partecipa alla vita pubblica, perché si rende conto che sono in gioco i destini collettivi e che la loro intraprendenza può essere decisiva per il cambiamento.

            Non possiamo farne a meno quindi della politica. Non abbiamo alternative per migliorare la nostra condizione di vita.  Per capirla meglio e padroneggiarla bisognerebbe prima di tutto conoscere la storia, specie a livello locale. La nobile storia del nostro territorio dell’entroterra barese merita attenzione e interesse nella politica, specie durante la stagione dei rinnovi amministrativi e politici. 

            La maggior parte di noi non ama conflitti, preferisce vivere in armonia e in pace con gli altri. Ma i conflitti sono inevitabili perché le persone hanno punti di vista diversi su ciò che è bene per la collettività. Non si possono impedire i confitti se non togliendo la libertà ai cittadini. Una società libera è una società conflittuale.

            Non scoraggiamoci. Guardiamoci intorno, anche nel nostro piccolo, prima di compiere scelte politiche indirizzate al raggiungimento del bene comune. Le speranze di un futuro migliore siamo sicuramente noi. Tutti noi.


Michele Gismundo

Questo sito utilizza cookie. Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore. Privacy policy