La rabbia è esplosa: “dobbiamo mangiare”

La rabbia è esplosa. Nei giorni scorsi, a Bari, alcuni commercianti in preda alla disperazione, rimasti senza soldi, hanno preso a calci i cancelli della banca, costringendo le forze dell’ordine a intervenire, mentre un passante, impietositosi, ha donato 50 euro ciascuno a due mamme disperate. Si apre uno scenario di ribellione sociale perché il virus blocca chi si arrangia. È l’effetto collaterale della minaccia di una prossima crisi economica provocata dal Corona Virus, nelle città dove una fetta dell’economia si regge sul lavoro nero. Dalle borgate di periferia ai quartieri popolari sono a migliaia i capifamiglia abituati a sopravvivere anche arrangiandosi con piccoli lavoretti. Tutti bloccati, perché con le strade deserte e presiediate, restano a casa i manovali di una edilizia non sempre in regola, i parcheggiatori abusivi, gli scaricatori del mercato, gli ambulanti senza licenza. E molte famiglie dicono già di essere allo stremo. La gente chiede pane e pasta: “Basta stare a casa, dobbiamo mangiare!”. A Palermo si è verificata una minaccia di assalto ai supermercati e sono stati schierati i reparti anti-sommossa. Le Forze dell’ordine sono schierate davanti ai principali centri commerciali di tante città d’Italia: tante famiglie sono nella disperazione. I sindaci: «Serve un reddito di emergenza, occorre almeno una somma una tantum alle famiglie dove non si mangia tutti giorni…». Scene da apocalisse, da film post-nucleare, nei giorni del Corona Virus, in tanti centri italiani. Personalmente non l’avrei mai immaginato che quelle scene tragiche delle lotte dei disoccupati del dopoguerra per il “pane e lavoro”, ricomparissero, che quelle vicende storiche che ho pubblicato sul mio libro “La Ricostruzione a Gravina 1943-1947”, tornassero drammaticamente attuali, a causa del contagio di un maledetto virus. In quegli anni del dopoguerra i braccianti e i contadini disoccupati assalirono i forni e “del pane fu sottratto a viva forza” perché i bambini soffrivano di fame. Ha scosso le coscienze limpide di tanta umile e laboriosa umanità il CoViD-19, viviamo un momento difficile nel nostro paese, i governanti stanno facendo del loro meglio, mentre una immensa umanità lavora, con amore e dedizione, negli ospedali a guarire gente. C’è, tra le forze dell’ordine, tra gli operatori della distribuzione di beni di prima necessità, un alto senso del dovere. Il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta svolgendo un’opera straordinariamente meritoria in questo momento eccezionale e, di recente, ha dichiarato che “per rinascere ci è richiesta la stessa unità del dopoguerra”. Inoltre, ha richiamato l’Europa al senso di solidarietà. La solidarietà degli Stati in questo frangente, è l’unica chiave di volta per superare il forte disagio sociale. Per ripartire. Prima che sia troppo tardi. Auguri a tutti!

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