Nella grave di Faraualla

Il progetto della diga SAGLIOCCIA, in contrada  Tempa Bianca, tra Altamura e Gravina,  risale al 1973. Le opere furono  iniziate nel giugno 1977  per essere completate  dopo circa 15 anni . Anch’essa, come i quattro laghetti della Murgia, una grande opera avversata e abbandonata.

Per la realizzazione dell’invaso fu distrutto il   bosco in zona “Selva di Gravina “ ove sgorgava il torrente Saglioccia.

L’invaso  ha una capacità di un milione e 800 mila di metri cubi e avrebbe dovuto completare il sistema dei bacini destinati a servire i bisogni idrici di Puglia e Basilicata, nonché 3-4mila ettari di estensioni terriere, nell’ auspicio del  passaggio dalla monocultura del grano alle coltivazioni intensive. (  ortaggi, frutteti, uliveti e vigneti ).

Sembrerebbe che la spesa sostenuta sia stata pari a circa 30 milioni di euro e ne venivano preventivati altri 15 per il completamento.

Dopo oltre venti anni di stallo, nel novembre 2017, secondo fonti giornalistiche ( Altamuralife 21 gennaio 2018) intervenne  un accordo  tra Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT) , Regione Puglia e Consorzio di bonifica “Terre d’Apulia”,  con cui veniva stabilito un cronoprogramma circa le  procedure per la progettazione e realizzazione degli interventi indispensabili al completamento funzionale della diga. All’accordo  seguì una riunione tecnica operativa   in forza della quale veniva confermata l’utilità dell’invaso ai fini dell’approvvigionamento idrico di parte della area murgiana.

Intervenuto un nuovo finanziamento di  5 milioni di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) 2014 -2020, ripartite dal CIPE, le opere programmate furono affidate alla regia del  Consorzio di Bonifica “Terre d’Apulia”, con compiti di progettazione esecutiva,   di stazione appaltante per la procedura ad evidenza pubblica finalizzata alla selezione del soggetto cui affidare i lavori, di direzione lavori.

Secondo il cronoprogramma definito tra i vari enti interessati, le  opere dovrebbero essere completate  proprio entro quest’anno, entro il 2022, ossia a distanza di circa 50 anni dal momento in cui fu progettato.

A che punto sono oggi i lavori? Sono stati rispettati i programmi? Le opere sono completati? Volgono al termine?  Chi ha la sensibilità di darci risposte e aggiornamenti?  Chi intende prendere a cuore le sorti di quest’altra opera infinita?

Ho il timore che il silenzio e la indifferenza intorno alla questione si trasformino in noncuranza o dimenticanza e altri milioni di euro possano essere definitivamente inghiottiti nella grave   del   bandito Faraualla.

Gianni Moramarco

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