Gli Angiò-Durazzo da Conti di Gravina a Re di Napoli

Per quasi 150 anni gli angioini hanno regnato nel meridione, Puglia compresa. Gravina ne è stata protagonista. Una storia poco conosciuta, ma talmente preziosa da essere raccontata.

            A partire dalla metà del XIV sec. l’Europa attraversa un periodo storicamente intenso e ricco di eventi. Dal 1346 al 1353 la “peste nera” dimezza la popolazione europea con circa 20 milioni di vittime. Qualche anno più tardi, nel 1378, il papa francese Gregorio XI sposta la sede papale ad Avignone in Francia, dando vita allo scisma d’Occidente che vedrà governare contemporaneamente due papi fino al 1417.

            Ciò premesso, tali eventi avranno una forte influenza sulle vicende seguenti. La protagonista degli avvenimenti è l’Italia Meridionale e più precisamente il Regno di Napoli, nel quale da qualche anno è morto re Roberto d’Angiò, succeduto da sua nipote Giovanna I d’Angiò, unica discendente del suo ramo, in quanto il padre viene a mancare prematuramente.

            A soli diciassette anni Giovanna diventa regina regnante di Napoli, regina titolare di Sicilia e di Gerusalemme e contessa di Provenza e di Forcalquier, ma soprattutto è una delle prime regine regnanti in Europa. Sappiamo come sia stato difficile in quest’epoca essere donna e regnante allo stesso tempo, tuttavia lei è tutt’altro che sola, a soli sei anni era stata promessa sposa a suo cugino Andrea d’Angiò, che di anni ne aveva appena sette.

            Andrea, ungherese di nascita, viene scelto da nonno Roberto come erede al trono, ma al momento della morte di quest’ultimo Napoli si oppone all’idea di “uno straniero” come regnante e in parte anche Giovanna, che non ha mai amato il rozzo cugino. A questo punto interviene Papa Clemente VI, a cui, purtroppo per Andrea, non piace l’idea di avere un ungherese in Italia, e incorona Giovanna come regina del Regno di Napoli. Suo marito si ribella alla scelta del papa, intraprendendo una serie di azioni contro la sua giovane moglie che troveranno fine il 18 settembre del 1345, giorno in cui viene ucciso per mezzo di una congiura organizzata probabilmente da sua moglie Giovanna. 

            La notizia arriva in Ungheria e fa infuriare duramente Luigi I re d’Ungheria, fratello di Andrea. Questi infatti intraprende un’azione militare e nel novembre del ’47 entra in Italia, venendo acclamato da molti principi italiani, ma non di certo da sua cugina, la quale inizialmente pone una breve resistenza, salvo poi capire di non essere in possesso delle forze necessarie per combattere il nemico.            Mentre Giovanna scappa in Provenza grazie all’aiuto del papa, Luigi occupa Napoli con estrema facilità, ma la sua permanenza nei territori partenopei durerà molto poco. Anche sul regno di Napoli si abbatte, infatti, la piaga della peste nera e Luigi è costretto a partire in fretta dalla capitale. Pochi mesi più tardi tornerà la regina.

            A questo punto della storia entrano in gioco i d’Angiò-Durazzo, conti di Gravina. Il ramo discende da Giovanni di Gravina, fratello minore di Roberto d’Angiò, conte di Gravina e principe di Acaia, in quanto sposo di Matilde di Hainaut, principessa di Acaia. Tale principato viene molto conteso, difatti diventa oggetto di scambio con suo nipote, Roberto di Taranto, per il ducato di Durazzo in Albania. A Giovanni gli succede suo figlio maggiore Carlo di Gravina, che nel 1347 viene giustiziato da Luigi I d’Ungheria ad Aversa, in quanto ritenuto complice della congiura che aveva portato alla morte di suo fratello Andrea. La contea di Gravina e il ducato di Durazzo passano al fratello minore di Carlo, ricordato anche lui come Luigi di Gravina. Egli si schiera dalla parte degli ungheresi, e proprio in questi anni, infatti, a Gravina viene rafforzata la cinta muraria della città (ad oggi ne è rimasto soltanto il Bastione medievale a ridosso del ponte Acquedotto). Luigi, però, viene catturato dalla regina Giovanna I ed imprigionato in Castel dell’Ovo a Napoli, dove muore nel 1364, forse per avvelenamento.

            L’ultimo protagonista di questo racconto è Carlo di Durazzo, figlio di Luigi di Gravina ed erede designato al trono da sua cugina Giovanna I, la quale è rimasta senza eredi dopo la morte prematura del suo unico figlio. I due però entrano subito in contrasto durante la grave crisi della Chiesa, che va sotto il nome di Scisma d’occidente. Mentre la regina appoggia l’antipapa avignonese Clemente VII, Carlo di Durazzo sostiene papa Urbano VI, il napoletano Bartolomeo Prignano. Quest’ultimo dichiara la regina eretica e scismatica e la depone dal trono, dando a Carlo l’opportunità di diventare re di Napoli, occasione troppo ghiotta che spinge il duca di Durazzo a dichiarare guerra alla cugina. La regina reagisce, revocando il diritto di successione accordato a Carlo e nominando suo erede Luigi I d’Angiò, fratello di Carlo V di Francia, chiamato ad intervenire con le armi contro la minaccia del Durazzesco.

             Una mossa che finisce col favorire Carlo, poiché Luigi, alla morte del re, suo fratello, è costretto a restare in Francia per tenere la reggenza per il nipote Carlo VI, ancora minorenne.

            Il 26 luglio 1381 Carlo di Durazzo entra nella capitale e mette sotto assedio il Maschio Angioino, dove la regina si è rifugiata. La regina viene assassinata qualche mese più tardi e Carlo diventa il primo membro degli Angiò-Durazzo ad insediarsi sul trono di Napoli.

            Il racconto si conclude con la presa di potere del regno da parte di Carlo, membro del ramo Angiò-Durazzo. Suo nonno Giovanni, conte di Gravina, era il decimo fratello per discendenza.

            Mai nessuno avrebbe pensato che un giorno i conti di Gravina sarebbero saliti al trono dello stato più grande dell’Italia del 1300. Una storia poco conosciuta, ma talmente preziosa da essere raccontata.

Davide Matera

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