Il villaggio neolitico di Jesce e la sua Cripta dell’Angelo

Tutta Murgia Catena veniva e viene attraversata da tratturi che portavano le greggi sulle vie delle transumanze e gli spazi erano visibili e percorribili dal senso delle stagioni con puliti canali che fiancheggiando le lame canalizzavano le acque verso pozzi cisterne pescine luoghi sacri per il raccoglimento del bene più prezioso: l’acqua. Ogni villaggio neolitico vista la crescita demografica e il benessere della popolazione si ingegnò nella costruzione di una Masseria con materiale preso e lavorato sul posto ricco di calcarenite affinché venisse glorificata la magnificenza dei materiali. La possibilità di approvvigionarsi in loco fece sì che il colore dei tramonti rilasciati dal mazzaro elevò a canto il raccoglimento delle acque per cui le Masserie divennero vere arche di Noè dove gli umani e gli animali trovavano rifugio raccogliendo le acque piovane dai loro tetti in puro cotto canalizzandole verso grondaie realizzate come ornamento dalle mani di maestranze del luogo che si divertivano a imparare le discipline dei silenzi. Su questi scenari di pace e condivisione nel 1600 scende nelle Puglie da Genova la famiglia De Mari. Floriano De Mari per onorare un luogo sacro come il villaggio neolitico di Jesce e la sua Cripta dell’Angelo fa realizzare una statua in onore di Francesco di Paola rabdomante costruendogli un altare. Floriano De Mari sente le volontà dei bisogni e realizza la costruzione di una nave dedicata al suo protettore il rabdomante monaco fondatore dell’ordine dei Minimi ma avverte che come in tutti i luoghi va dedicata a san Michele Arcangelo tutta la costruzione di una nave che deve simboleggiare il viaggio di ritorno dalle tessitrici di Jesce canto micaelico del recupero dei viaggi di ritorni. Avverte che la grotta della Cripta dell’Angelo di Jesce racchiude il canto delle chiese rupestri partendo da Spinazzola Gravina Matera Laterza Ginosa Castellaneta Statte Mottola Massafra Grottaglie fino allo Jonio raccontano al mondo l’arrivo in Europa della cristianità. Realizza con le maestranze del luogo un monastero che ha le dimensioni di una grande nave per 4 monaci che devono governare il senso spirituale del luogo. I 4 monaci come i punti cardinali scendevano direttamente dalla nave in Cripta tramite un cunicolo costruito anche per l’areazione e la condensazione dell’umidità che di tanto in tanto dovevano apparire e scomparire affinchè tutti restassero nel mistero delle parzialità. La conoscenza et il rispetto dei venti permea questo canto. Nella Cripta dove governa il “perdono” di Gesù di Nazareth, la “rottura” di san Michele Arcangelo, “l’umiltà” dei due francescani maestri della povertà, “accoglienza” veniva offerta tra le braccia di Maria che simbolicamente voleva essere fisicamente la Masseria. Questo era il disegno e la volontà del poeta Fluivano De Mari e questo venne realizzato. Oggi ci troviamo uno scrigno dove viene raccontata la grande narrazione della nascita del cristianesimo in quanto come appena tutti si resero conto della grandezza simbolica della costruzione dedicarono nel 1600 il ciclo mariano affrescato in alto nella Cripta dell’Angelo dove si omaggia tutta la storia di Maria. La gestione del tempo e le attese dei viaggi fanno sì che oggi come ieri restiamo incantati e affrescati dai colori di un autunno ricco di doni festeggiando insieme a 4 artisti questa nostra grande nave che ha tutto per salvarci e contenerci e da buona madre ci accoglie. Abbiamo scelto la Cripta dell’Angelo per la mostra nella giornata del Contemporaneo oltre per l’attenzione verso la cura del particolare che gli artisti Giuseppe Di Muro, Giuseppe Vallarelli, Paolo De Santoli e Michelangelo De Santoli dimostrano di possedere anche per esaltare al meglio la festa che gli elementi del raccolto come l’Olio, il Vino, il Grano e l’Acqua meritano essendo frutto di un aspettato lavorato tempo. A ricordo che la nostra nave viaggia verso oriente e siamo liberi di sperimentare tutte le discipline possibili e immaginabili vogliamo ricordare che quando sopraggiunge il tempo del raccolto bisogna lasciare tutto e raccogliere il frutto delle attese stagioni. Per questo la nostra nave già monastero micaelico viaggia col suo carico di vuoti da permettere ad ognuno di postare i suoi pesi le sue misure per tornare ad essere essenza primordiale dove gli elementi vivono e muoiono a seconda la propria fioritura. Oggi siamo Convento del Sacro vento et nel nostro Hortus Conclusus in questi giorni potete ammirare la mostra ARCANGELI di Giuseppe Vallarelli et Vittorio Racano dal 27 Settembre al 2 Novembre 2020 a benedire cammini micaelici necessari et consapevoli nell’espiazione delle disattenzioni nella Cripta dell’Angelo dove tutto parla.

Donato Emar Laborante

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