L’incendio del Municipio di Altamura del 27 aprile 1919

Il 1919 fu un anno di rivolte di massa dei contadini del Sud, reduci che accusavano le amministrazioni di corruzione. Anche ad Altamura una folla di combattenti, disoccupati, donne e ragazzi si opponevano all’amministrazione locale perché la gestione del Comune da parte dell’onorevole conservatore Pasquale Caso era considerata clientelare.

            La tensione fra combattenti e amministratori, conseguenza del disagio popolare, accentuato dalle conseguenze della guerra, si manifestò maggiormente il 27 aprile in occasione di una manifestazione pro-Fiume che sfociò nell’incendio del Municipio. L’Archivio storico del Comune ne risultò compromesso e la documentazione lacunosa.

            Una dispersione di pergamene era già avvenuta durante il sacco del 1799 mentre nel 1835 Pasquale Cursolo Ci­farelli e Giovanni Casiello consegnarono 49 di­plomi al cancelliere archiviario del Comune, Giuseppe Giannuzzi, affinché venissero conservati nell’Archivio comunale per utilità pubblica.

            Un elenco, trasmesso dal prof. Leonardo Mininni all’Archivio di Stato nel 1902, parlava di 52 pergamene, oltre un registro contenente una serie di privilegi concessi dai precedenti sovrani aragonesi e confermati dall’imperatore Carlo V nel 1536 ed il Libro delle Grazie concesse dai Farnesi.

            Nel 1942 il Comune ha depositato 41 pergamene nell’Archivio di Stato di Bari, per evitare la possibilità di eventuali disper­sioni, costituendo la più completa fonte per lo studio della storia altamurana. Una parte della documentazione è conservata nella sede dell’associazione Archivio Biblioteca Museo civico.

            Presso l’Archivio di Stato di Bari è possibile trovare copia di tutti i registri di stato civile prodotti dal 1809 al 1900, quella che l’ufficiale di stato civile doveva versare entro il gennaio dell’anno successivo, alla Cancelleria del Tribunale civile (atti di nascita, di matrimonio, di morte, di cittadinanza etc).

            Giannuzzi scrisse che prima dell’in­cendio del 27 aprile 1919 esisteva la pergamena del 1532 con la quale Altamura si riscattava dalla feudalità mediante il pagamento di 25000 ducati.

            I documenti più antichi permettono di tracciare la storia di Altamura dal 1243 sino alla metà del sedicesimo secolo, mostrandoci il progredire della città e gli avve­nimenti più notevoli: prima di tutto la riedificazione della città voluta dall’imperatore Fede­rico II di Svevia e poi le lotte con le città vicine per la difesa del territorio e la salva­guardia dei suoi diritti, i passaggi dalla dema­nialità al feudalesimo, i privilegi concessi dai vari sovrani, gli avvenimenti bellici (come la guerra tra Angioini ed Aragonesi fra il 1459 ed il 1462 per il possesso del regno) lo sviluppo agricolo, i fatti della Chiesa, i soprusi degli ufficiali regi e le reazioni degli Altamurani. Interessanti sono anche alcuni cenni alle carestie, alla peste ed al brigantaggio.

            Altamura ricorreva al sovrano tutte le volte che qualcuno tentava di violare i suoi diritti; qualche volta ricorreva contro lo stesso sovrano, come nel 1471 quando era stato nominato un assessore a vita ma gli altamurani chiesero e ottennero l’immediata revoca di quella insolita nomina.

            La quasi totale secolare fedeltà degli altamurani verso i loro sovrani napoletani aveva provocato un sentimento di particolare e sin­cera benevolenza verso gli Altamurani.

Silvio Ragone

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