Bentornato Ottavianello

Tra i vitigni pugliesi recuperati e rivalutati da alcune aziende vitivinicole compare l’Ottavianello, a bacca nera, dal grappolo a forma conica, di media grandezza, l’acino ovoidale leggermente appuntito, con la sottile ma tenace buccia color blu-nero; la polpa a volte è compatta né troppo dolce né troppo acida. Secondo la descrizione riportata nell’Atlante dei Vitigni di Puglia, l’Ottavianello non è citato in alcun elenco ampelografico del 1800. Studi successivi hanno appurato che invece era presente nella provincia di Brindisi, in particolare nelle campagne di Ostuni. Secondo altri storici il vitigno prese il nome da Ottaviano, cittadina in provincia di Napoli territorio da cui il Marchese di Bugnano avrebbe preso le barbatelle portandole a San Vito dei Normanni.

Le colline di Ostuni, gli agri di Ceglie Messapica e San Vito dei Normanni erano dunque le zone vocate all’allevamento di Ottavianello. A fine anni cinquanta, gli ettari coltivati erano circa 2900, sempre in provincia di Brindisi. Negli anni successivi il vitigno cadde quasi in oblio. Oggi sono circa 35 gli ettari di terra riservatigli, di cui 32 nella provincia di Brindisi, pochi quintali sono prodotti nelle zone di Foggia, Lecce e Taranto.

Come spesso accade il vitigno pare che abbia “parenti” lontani… in Francia, nella parte meridionale, pare sia conosciuto come Cinsault, in Sud Africa si chiamerebbe Hermitage.

L’Ottavianello con i suoi chicchi e la polpa consistente potrebbe essere una buona uva da tavola ma viene utilizzata prevalentemente per la vinificazione. Solo a Ostuni si produceva in purezza, cioè vini solo con sola uva Ottavianello; in altri luoghi della stessa provincia era destinato a uvaggi insieme con Negro Amaro, Malvasia nera di Brindisi o Lecce, e a volte Primitivo.

Oggi la sua coltivazione è ammessa nelle province di Bari e BAT, raccomandato nelle province del Salento. È inserito nella DOP (Denominazione Origine Protetta) Ostuni e nelle IGP (Indicazione Geografica Tipica) Murgia, Tarantino, Salento e Valle d’Itria.

Rosso rubino brillante è il colore del vino rosso in purezza che se riesce a invecchiare bene si colora di tonalità granato. Non ha un alto grado alcolico (11°-12°) e viene vinificato nella versione rosato fermo e spumanti rosati. Un Ottavianello correttamente vinificato regala eleganti profumi di frutti rossi fiori, più o meno intensi a seconda della tipologia. In bocca ha una buona struttura e può avere una discreta persistenza, il suo gusto cioè, rimane per molti secondi tra le papille gustative. L’Ottavianello rosso è indicato per pietanze a base di carne e si sposa bene con i salumi locali e non. Il rosato fermo o spumante è consigliato per accompagnare insalate di riso o paste fredde, carni bianche e naturalmente pesce.

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