L’ “Anello” della Repubblica: il superservizio segreto della Guerra fredda in Italia

Molti non sanno che in Italia è esistito un superservizio segreto, così atipico che non aveva neppure un nome. È la storia che brevemente vi voglio raccontare.

In Italia, la necessità di domare lo spettro del comunismo durante la Guerra fredda, ha abbassato la soglia di legalità democratica e civile, permettendo a diversi centri di potere di adottare politiche illecite. Accanto a Gladio, Loggia P2, servizi segreti deviati, si aggiunge un altro centro di potere illegale: il Noto Servizio o Anello.

Mino Pecorelli nel 1977 fa alcuni accenni a questa struttura prima della sua scoperta, avvenuta casualmente nel 1998 da parte di Aldo Giannuli, incaricato dal giudice Salvini di reperire documenti riguardanti la strage di piazza Fontana. In un archivio del Ministero dell’Interno della circonvallazione Appia a Roma, Giannuli ritrova una velina del 4 aprile 1972, denominata “Fonte Dario”: in 7 cartelle si racconta di un’entità segreta sconosciuta, il Noto Servizio appunto. Indagando sulla strage di piazza della Loggia, Giannuli approfondì le conoscenze: la “Fonte Dario” è il nome di copertura di Luciano Menegatti, confidente dell’Ufficio Affari riservati; redattore della velina è il giornalista Alberto Grisolia, la “Fonte Giornalista” della Squadra 54 dell’ufficio milanese degli Affari riservati.

La velina comincia così: «Questa è la storia di un servizio di informazioni che opera in Italia dalla fine della guerra e che è stato creato per volontà dell’ex capo del SIM [Servizio Informazioni Militari] Generale Roatta».
Roatta costituisce nel 1944 questo organismo civile in funzione degli interessi anticomunisti, col compito di effettuare “lavori sporchi”, tra cui quello di condizionare il sistema politico. La sua caratteristica è quella di essere un’organizzazione dormiente, attivata all’occasione, e questo gli ha permesso di restare segreta a lungo. Dunque, una struttura informale, con coperture e finanziamenti istituzionali e senza neppure un nome. Nei documenti ritrovati è indicato genericamente come “Noto Servizio” e il nome “Anello” è probabilmente una auto-attribuzione degli stessi appartenenti alla struttura.

Dopo l’arresto di Roatta nel 1944 e la sua esfiltrazione nella Spagna franchista l’anno dopo, l’Anello passa probabilmente nelle mani degli USA, nella persona dell’ufficiale di origine polacca Solomon Hotimsky. La direzione operativa è forse affidata ad Adalberto Titta, ex pilota dell’Aeronautica della Repubblica di Salò e imprenditore.

La sede principale dell’Anello è in un palazzone situato nel centro di Milano, a meno di 150 metri dalla caserma dei Carabinieri di via Moscova, probabile deposito di armi del servizio.

Dai documenti ritrovati nell’archivio, Giulio Andreotti risulterebbe il principale beneficiario politico della struttura. In un’intervista rilasciata nel febbraio 2011 a Raffaella Fanelli e pubblicata dal settimanale “Oggi”, l’ex venerabile Licio Gelli dichiara: «io [Gelli] avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l’Anello».

I nomi degli affiliati, almeno quelli rivelati, riportano a molte tragiche vicende accadute in Italia: partecipazione a incontri in funzione anticomunista, furto della salma di Mussolini, fuga del nazista Herbert Kappler dall’Italia, esfiltrazione del golpista Junio Valerio Borghese, robusta campagna di intimidazione contro esponenti socialisti delle aree politiche più aperte verso il PCI, strage di piazza Fontana, intrusione durante il rapimento del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, trattativa durante il rapimento del politico campano Ciro Cirillo, acquisto di petrolio dalla Libia, forse anche omicidi politici camuffati da incidenti stradali. Su alcune operazioni dell’Anello si hanno certezze, su altre meno.

Una mia ipotesi a proposito di Moro, seppur non suffragata da nessun riscontro: è pagato un riscatto sia per ottenere il memoriale di Moro, sia per il silenzio dei brigatisti, sia per la liberazione di Moro… poi una “manina” uccide lo statista liberato e depura i memoriali.

Peccato non disporre di ulteriori informazioni su quest’ultimo mistero italiano … sempre che quest’entità sia l’ultimo “anello mancante” della catena che ha imprigionato l’Italia durante la Guerra fredda.

Questo sito utilizza cookie. Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore. Privacy policy