La borgata gravinese di Dolcecanto

Negli anni Cinquanta fu attuata anche a Gravina in Puglia la Riforma agraria. Furono assegnati ai contadini disoccupati le case, le cosiddette “palazzine” fuori dal centro abitato, con alcuni tomoli di terreno. Molte famiglie si trasferirono nelle campagne delle contrade Murgetta, Lamacipriani, Pantanella, Barisci, San Giacomo, Pavone e Dolcecanto. Tale provvedimento governativo rappresentò in quegli anni il riconoscimento alle attese dei braccianti e dei contadini, dopo anni di dura lotta per la terra, il pane e il rispetto della dignità umana. La borgata di Dolcecanto con la sua stupenda chiesa “SS. Nome di Gesù”, un ufficio postale, una scuola materna e diverse attività commerciali, divenne nel  ’57 cuore pulsante di una comunità rurale desiderosa di una rinascita sociale. Il sindaco di Gravina attestava che gli abitanti erano 1055, mentre il Presidente della Repubblica emanava un suo Decreto di riconoscimento agli effetti civili della istituzione della Parrocchia. Mons. Aldo Forzoni nominò primo parroco il reverendo don Silvestro Zonza, il 1° settembre 1960: umile sacerdote, nativo dell’isola La Maddalena, in provincia di Sassari, che visse in campagna fino alla sua morte, avvenuta il 2 giugno 1986. Dolcecanto, sia pure abitata da pochi nuclei familiari, oggi è una bellissima e produttiva zona ad ovest di Gravina, distante circa 10 Km., con un paesaggio di verde che ti incanta, che ti dona tanta serenità, che ti fa riscoprire che tutto è dono e Grazia di Dio. L’ArciVescovo Mons. Giovanni Ricchiuti, ritiene opportuno mantenere in Dolcecanto un presidio di preghiera e di azione pastorale e ha nominato di recente come nuovo parroco il giovane sacerdote don Francesco Elia. Raccontiamolo ai ragazzi!

Foto di Carlo Centonze

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