Via Vincenzo Lavigna

Vincenzo Lavigna, nato ad Altamura il 21 febbraio 1776, è stato clavicembalista, compositore e concertatore. Figlio di Ludovico e di Apollonia Carone, studiò al Conservatorio di Santa Maria di Loreto di Napoli, dove entrò all’età di dodici anni (gli studi forse furono approfonditi al Conservatorio della Pietà dei Turchini). Nel 1797 fu dichiarato maestro di cappella. Fu amico di Giovanni Paisiello, che seguì a Parigi (quando Napoleone gli chiese di occuparsi della sua cappella privata) e poi a Milano, dove Paisiello lo presentò a Ricci, impresario del Teatro alla Scala, con cui Lavigna cominciò a collaborare. Dal 1802 fu maestro di cembalo alla Scala per trent’anni. L’esperienza operistica riguardò un breve periodo, compose opere melodrammatiche per circa nove anni. Il debutto alla Scala è del 14 giugno 1802 con “La muta per amore, ossia Il medico per forza”, una farsa giocosa, ispirata ai lavori di Paisiello, che ebbe un brillante successo, poi seguita dal balletto «Gengis Khan» e da “L’impostore avvilito”. Tra il 1804 e il 1807 Ferrara, Parma, Venezia (La Fenice) e Torino accolsero la prima di “L’idolo di sé stesso”, “Coriolano”, “Le metamorfosi” e “Hoango”. Nel 1808 tornò a Milano con “Di posta in posta” e “Orcamo” (1809). Le ultime due rappresentazioni furono “Zaira” (nel 1809 a Firenze) e di “Chi s’è visto s’è visto” (1810 alla Scala), poi diede l’addio alle composizioni. Diventò maestro concertatore e dal 1823 anche insegnante di solfeggio presso il Conservatorio per alunne di Milano. Lavigna venne sempre più apprezzato come maestro di solfeggio, dando anche lezioni private. Verdi fu uno degli ultimi allievi, gli insegnò contrappunto e composizione dopo la sua esclusione dal conservatorio. Gli studi contemplavano fughe a due, a tre, ed a quattro voci e canoni. Alla fine lo abilitò alla professione di maestro di cappella. Verdi un po’ si lamentò di aver studiato canoni e fughe di ogni tipo, ma poi consigliava lo stesso ai colleghi. Si tratta di una figura che va approfondita per capire l’evoluzione artistica del compositore emiliano che conservò grande ammirazione per il Lavigna, restando colpito alla notizia della sua morte. Le opere di Lavigna, di stampo tradizionale, influenzate dallo stile di Paisiello, ottennero solitamente un discreto successo al nord. Compose anche lavori per orchestra, per organo e canto. Morì a Milano il 14 settembre 1836. Ad Altamura, via Vincenzo Lavigna parte dalla chiesa di Santa Lucia e termina su via Garibaldi proprio all’inizio di Piazza Mercadante, di fronte al Teatro.

2 thoughts on “Via Vincenzo Lavigna

  • 22 Settembre 2021 in 11:11
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    Chiedevo semplicemente se l’immagine di VINCENZO LAVIGNA da voi presentata è sicura, e se foste così gentili da renderla pubblica su facebook al nome di Vito Ventricelli Grazie!!

  • 22 Settembre 2021 in 11:14
    Permalink

    Chiedevo semplicemente se l’immagine di VINCENZO LAVIGNA da voi presentata è sicura, e se foste così gentili da renderla pubblica su facebook al nome di Vito Ventricelli Grazie!!

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