Migliorarsi attraverso il cambiamento

Qualche tempo fa nel mio studio si è presentata una donna che ha passato gran parte della sua vita a prendersi cura degli altri. Una grave malattia della madre l’ha costretta fin da piccola ad occuparsi della famiglia: al ritorno da scuola cucinava per il padre e il fratellino, svolgeva le faccende domestiche, faceva i compiti e spesso non le rimaneva tempo per giocare. Cresciuta responsabile e coscienziosa, si è fatta carico dei bisogni altrui con una particolare sensibilità nei confronti dei più deboli. Questo l’ha portata a diventare infermiera, per poter anche nel lavoro, esercitare questa sua indole. Si è sposata, ha avuto dei figli e anche tra le mura domestiche continua a soddisfare tutte le richieste dei familiari, spesso anticipando i loro bisogni. È circondata da molti amici, e spesso organizza cene in compagnia. Tutto andava più o meno bene fino al primo attacco di panico.

Quando ci siamo incontrate, il livello di ansia era molto elevato: aveva difficoltà a guidare e in luoghi come il supermercato, la banca o la posta provava un senso di soffocamento che spesso la spingeva ad uscire.

Analizzando il significato dei sintomi, concordammo sul fatto che dedicarsi quasi totalmente agli altri era diventato un carico troppo pesante, le mancava del tempo per sé, per prendersi cura del suo corpo e per coltivare i suoi interessi.

La soluzione sembrava ovvia: cominciare ad ascoltare i bisogni personali dando loro la giusta priorità piuttosto che relegarli sempre dietro a quelli degli altri, eppure, per quanto ovvia, questa soluzione le sembrava improponibile. Quando le chiesi il perché, rispose che non voleva cambiare la propria personalità: “non voleva diventare un’egoista”.

La risposta di quella donna spiega come spesso si abbia una percezione erronea del cambiamento: se cambio significa che devo abbandonare il mio vecchio modo di essere per diventare l’esatto opposto. Se sono altruista diventerò egoista, se non riesco a dire di no dirò sempre di no, se non mi arrabbio mai mi arrabbierò sempre…

Se abbiamo in noi questa convinzione profonda sul cambiamento è naturale che, consciamente o inconsciamente, ci opporremo, quando invece, è necessario “lavorarci sopra” per superare l’ansia e gli attacchi di panico.

Quando l’aspetto che vogliamo cambiare rappresenta un limite, il cambiamento non consiste nel togliere aspetti positivi di sé e sostituirli con altri. Il cambiamento consiste nell’arricchire la propria personalità con nuove risorse, aggiungendo nella propria cassetta degli attrezzi un nuovo strumento per essere utilizzato nel contesto adeguato. Il problema infatti sussiste quando possiedo un solo strumento: se ho solo il martello, tratterò tutte le cose come chiodi. In questo contesto, cambiare significa migliorarsi, arricchirsi, dotare la nostra cassetta di nuovi attrezzi, ad esempio di un cacciavite, in modo che quando mi troverò di fronte ad una vite, potrò avvitarla con facilità.

Come faccio a riconoscere ed eventualmente modificare la convinzione circa il cambiamento personale?

Prendi un aspetto di te che vuoi cambiare perché ti crea qualche problema o disagio.

Qual è la soluzione?

Se la soluzione prevede l’eliminazione di quell’aspetto, significa che la tua convinzione sul cambiamento implica il privarti di una risorsa che potrebbe ritornarti utile.

Pensa quindi in termini di miglioramento e arricchimento: qual è la soluzione che manterrebbe comunque il vecchio aspetto? In quale contesto il vecchio aspetto rappresenta lo strumento migliore da utilizzare?

Ad esempio: sei una persona troppo riflessiva in quanto la paura di sbagliare ti attanaglia; questo aspetto potrebbe impedirti di coglierle delle opportunità al volo. Identifichi il cambiamento nell’essere più istintivo e nel decidere di “pancia”, senza paura.

Se hai l’idea che il cambiamento possa avvenire solo eliminando il vecchio aspetto, modificala. Riconosci il fatto che la tua parte riflessiva, che ha paura di sbagliare, è preziosa quando si tratta di prendere decisioni importanti. Mantienila. Al suo fianco puoi “imparare” a fidarti del tuo istinto, scegliere le occasioni in cui puoi farlo (iniziando da quelle meno rischiose) e “ascoltare la pancia”. Con l’esperienza questo nuovo aspetto si rafforzerà e ti sentirai arricchito, sarai cambiato e migliorato allo stesso tempo.

Il cambiamento è sempre arricchimento di ciò che siamo sempre stati.

Il consiglio di lettura

Donatella di Pietrantonio, Bella Mia (Elliot, 2014)

Prendersi cura di sé stessi dovrebbe essere il principio categorico sul quale ognuno di noi dovrebbe costruire la propria quotidianità. Durante un processo cambiamento anche l’azione più semplice può diventare complessa, come paragonare un parapendio ad una passeggiata. Questo è quanto capita a Caterina, la protagonista di “Bella mia”. Caterina si ritrova ad affrontare un’imprevista e gravissima difficoltà causata da un evento che sconvolge la sua vita: il terremoto dell’Aquila del 2009.

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