Le giornate FAI di primavera: le chiese rupestri Santa Lucia e San Basilio a Gravina in Puglia

            Le Giornate FAI di primavera del mese di marzo 2022 hanno registrato una notevole affluenza di visitatori anche a Gravina in Puglia: una città straordinaria che vale la pena visitare per la sua storia, la sua cultura e la sua bellezza. E’ una città orgoglio di tutto il territorio murgiano.

            Meravigliosi i giovani del gruppo volontari FAI di Gravina in Puglia: ottimi Apprendisti Ciceroni del Liceo statale “G. Tarantino” e I.T. ” V. Bachelet”. Ragazzi particolarmente motivati ad illustrare storia e storie del nostro territorio, così colmi di passione civile e culturale, così ben guidati dalla prof.ssa Pina D’Agostino referente FAI di Gravina.

            All’attenzione dei visitatori, quest’anno, due luoghi inaccessibili e poco frequentati, due chiese rupestri intrise di tanta storia e tanta bellezza: la Chiesa di Santa Lucia, recentemente restaurata, e la Chiesa rupestre di San Basilio. Entrambe nel rione più antico della città, il rione Piaggio.

            La chiesa di Santa Lucia radunava le umanità del rione Piaggio, quelle che vivevano nelle caverne scavate dalle acque del torrente. In tempi remotissimi è stata Abbazia, ci raccontano le fonti, chiesa di un complesso monastico di ordine benedettino con una cappella di Santa Lucia tutta di pietra. La devozione per la martire siracusana doveva essere notevole e fortemente sentita.

            La chiesa era dotata di una piccola sacrestia con altare, una fonte di acqua benedetta, un campanile e una cisterna trasformata in luogo di sepoltura. Dal 1686, causa terremoto o quant’altro, la chiesa di Santa Maria del Piaggio o di Santa Lucia non è la stessa: presenta una situazione architettonica nuova, quella dei giorni nostri. E’stata anche parrocchia, sopravvissuta per più di tre secoli ed è lì a testimonianza di un percorso di spiritualità legato senza interruzione a quello di origine medievale. Ha goduto fin dall’inizio di parecchi beni immobili, di cui oggi resta solo un giardino con grotte, sei ambienti di varia ampiezza a diversi livelli, adiacente la stessa chiesa.

            Delicati lavori di restauro conservativo sono stati avviati nel 2019 e durante i quali sono stati ritrovati affreschi di grande prestigio artistico: due absidi celate dietro le pareti.

            Ogni anno il 13 dicembre c’è l’usanza a Gravina di visitare e pregare nella chiesetta di Santa Lucia, la protettrice degli occhi.

            La chiesa rupestre di San Basilio Magno nel rione Piaggio è coeva a tutte le altre cripte esistenti nella vallata della “Gravina”. E’ ubicata proprio sotto quel manto stradale di chianche di via Michelangelo Calderoni, strada che dalla vicina cattedrale ci conduce in Santa Lucia e nella rinnovata “balconata” di via Giudice Montea. L’origine risale all’epoca della diffusione del Cristianesimo nelle contrade di Gravina.       

            Appuriamo che nel 1579 il vescovo del tempo volle riaprirla al culto, dopo lunghi anni “chiusa a chiave e male acconcia”, favorendo inoltre il desiderio del vicinato che si assunse l’onere delle riparazioni: fu rifatto il campanile e la strada antistante, fu creata una scala di congiunzione alla via sovrastante, fu sostenuta la celebrazione di due messe la settimana.

            Fino ai primi anni del Novecento svolse la funzione di chiesa e luogo di incontri spirituali per tutti gli abitanti del rione. Sconsacrata e sconosciuta è rimasta lì per molto tempo, con il solo ricordo di quel vecchio e piccolo campanile in tufo, che ancora svetta nella sua semplice struttura, erroneamente chiamato campanile di Santa Lucia.

            Il fu dottor veterinario Luca Marchetti e germani, quando vendettero la sovrastante abitazione, si riservarono la proprietà della chiesa, che, dopo anni di chiusura totale, venne riaperta al pubblico nel 1999 tra le iniziative dell’Associazione “Amici della Fondazione Ettore Pomarici Santomasi”, la quale oggi governa la cripta celebrando alcuni eventi di rilevanza culturale.

Michele Gismundo

L’immagine di copertina è uno scatto di Claudia Stimola.

Le immagini qui sotto pubblicate della chiesa di Santa Lucia sono scatti di Carlo Centonze.

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