Tra le splendide opere di Saverio Mercadante spicca “Maria Stuarda”

Maria Stuarda regina di Scozia è un dramma serio in due atti di Saverio Mercadante su libretto di Gaetano Rossi. Fu rappresentato per la prima volta nel Teatro Comunale di Bologna il 29 maggio 1821 e poi anche nel teatro Grande di Trieste l’autunno del 1825.  Quest’opera è ambientata nei primi anni di regno di Maria Stuarda quando fu costretta a lottare duramente per difendere il suo trono e l’indipendenza del suo paese. L’opera è stata eseguita e registrata nel 2007 per l’etichetta britannica. 

Opera Rara ha operato una selezione dei momenti salienti, cantati in modo impressionante. Di questa versione ne hanno parlato anche Tim Ashley sul giornale The Guardian e John Steane sulla rivista Gramophone. Nelle sue splendide arie Mercadante sfoggia alcune delle melodie più belle del repertorio belcantistico e una scrittura estremamente virtuosistica.  Maria Stuarda risale ai primi anni da compositore quando Mercadante era considerato uno dei possibili successori di Rossini. Il libretto non ha niente a che fare con quello dell’omonima opera di Donizetti e molto poco con la storia. Insolitamente per un’opera romantica sulla regina di Scozia, viene raffigurato il suo regno piuttosto che la sua prigionia: la trama è basata sul suo matrimonio con Henry Darnley del 1565; in questo caso l’odioso Darnley viene trasformato in eroe (Olfredo, che da solo sventa le cospirazioni di una banda di nobili scozzesi).  Maria regna assediata da cortigiani sleali ma sostenuta dal suo vero amante, il conte di Lennox, e da un esercito di pastori.

Il restauro di Opera Rara mostra una monarca che non meritava quella fine. L’eclissi subita dall’opera quasi 2 secoli fa non avrebbe potuto essere dovuta alla qualità del lavoro del compositore, tornato trionfalmente (in forma abbreviata) dimostrando di essere composto di buoni elementi. Jeremy Commons nel suo saggio introduttivo lo definisce: una splendida partitura tempestata di gioielli. Le parti femminili sono tecnicamente più impegnative. L’orchestra Philharmonia (la stessa che ha eseguito Zaira nel 2002) rispetta standard elevati. Il direttore d’orchestra Antonello Allemandi conduce con convinzione, sensibilità e finezza; il Geoffrey Mitchell Choir è un piacere da ascoltare. Quest’opera funziona perché la musica è varia e la storia è semplice. Il lavoro è intriso di melodie ben sviluppate e accattivanti. Arie e duetti rendono l’opera avvincente. Molti hanno applaudito questa versione abbreviata desiderando di saperne di più. 

Silvio Ragone

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