Emma d’Antiochia.

Emma d’Antiochia è un’opera in 3 atti di Saverio Mercadante su libretto di Felice Romani. Il libretto
fu scritto su misura per Giuditta Pasta, un soprano di straordinaria intensità drammatica, la più
grande cantante dei suoi tempi, paragonabile alla Callas. La prima rappresentazione ebbe luogo al
Teatro la Fenice l’8 marzo 1834: le aspettative erano alte ma la Pasta non poté partecipare e i suoi
assoli furono saltati, portando a un mezzo disastro come anche per la seconda rappresentazione.
Alla terza la Pasta tornò sul palco e l’opera ebbe un’accoglienza sensazionale, con grandi elogi per
molti, compresa la Tadolini, altro soprano che aveva il ruolo di Adelia. Venne eseguita quasi ogni
anno per una decina d’anni poi quasi scomparve e fu eseguita l’ultima volta a Malta nel 1861.
Attorno al 2003 Opera Rara decise di rappresentarla e registrarla. Di questa pubblicazione ne hanno
parlato anche John Steane, John T. Hughes, Robert Levine (ClassicsToday.com) e Nicholas E.
Limansky.
L’opera è ambientata nella Siria del XII secolo. Una coincidenza causa una tragedia fatta di
turbolenze emotive di 4 persone perbene che condividono un codice d’onore che gli complica la
vita. È una storia di angosce, di passioni e suicidi: quello di Emma (col veleno) e quello del suo
devoto schiavo Aladino (con un pugnale). Ruggiero deve sposare Adelia, figlia di suo zio Corrado,
conte di Tiro. Adelia sa che Ruggiero ha avuto un altro amore e che si strugge ancora per lei.
Corrado torna vittorioso dalla battaglia contro i Saraceni e per rinforzare un’alleanza tra Tiro e
Antiochia porta con sé una nuova moglie, Emma, Principessa di Antiochia, accompagnata dallo
schiavo Aladino. Così Emma e Ruggiero si incontrano di nuovo e lui capisce che Emma è il suo
vero amore. Corrado, venendo a conoscenza della riluttanza di Ruggiero a sposare Adelia, lo esilia.
Emma si riconcilia con Adelia poi beve un veleno e muore e Aladino si accoltella. Corrado non
maledice Ruggiero e spera che Dio lo guiderà e lo proteggerà nell’esilio.
Charles Parsons era da tempo impegnato a far rivivere le opere di Mercadante tanto che sono state
pubblicate otto sue opere teatrali, alcune opere corali e orchestrali, canzoni napoletane e una
selezione di pezzi (Mercadante Rediscovered) tratti da diverse registrazioni. Patric Schmid,
direttore artistico, ha dimostrato bravura nell’abbinare i cantanti ai ruoli. David Parry ha diretto il
Geoffrev Mitchell Choir e la London Philharmonic Orchestra in un’esibizione molto emozionante,
in un concerto del Festival Hall. L’opera è piena di arie vivaci, cabalette, duetti, un quartetto con
coro e un duetto per Emma e Adelia. L’ouverture è vivace e divertente. Tra le parti migliori c’è l’aria
del terzo atto, la bellissima cavatina coronata da un’entusiasmante cabaletta ed un lungo assolo
scritto per il glicibarifono, che fu suonato dal suo inventore, il clarinettista Catterini. Lo strumento
non esiste più se non in qualche museo ed è sostituito dal clarinetto basso. La registrazione è stata
perfetta. Poter ascoltare opere come Emma d’Antiochia non può che arricchire la comprensione
della composizione operistica del periodo.

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