Lo SPORT è di TUTTI, ma l’EUROPA siamo NOI

73,7 % di share con 18 milioni di spettatori. Lo Sport muove un Business globale di oltre 600 miliardi di dollari, il 34 % in più rispetto al 2014.  L’industria dell’entertainment (sponsorship, diritti tv, ticketing e merchandising) rappresenta un trend complessivo in crescita sino al 2023.

Generata dalla globalizzazione e digitalizzazione, quella di oggi è definita competizione di tipo trasversale che capillarizza contenuti e accessibilità. Passando dallo studio alla costruzione e coltivazione di solide relazioni con le community, lo Sport favorisce la user content generation e afferma una identità e uno stile di vita di tipo mutuale.

E di certo, la sua assenza, avrebbe cambiato la storia dell’intera umanità. Mentre le Olimpiadi di Berlino del 1939 furono il più potente mezzo propagandistico della dispotica Germania nazista, la vittoria del Sudafrica nella coppa del mondo di Rugby del 1995 è stata la prima spinta propulsiva verso la coesione di un Paese dopo decenni di apartheid. Nell’antica Grecia, invece, la tregua olimpica era non solo la sospensione di ogni conflitto durante i Giochi, ma anche un maggiore indotto per le casse dello Stato e la totale assenza di minaccia per atleti e spettatori che attraversavano i territori nemici per giungere ad Olimpia. Nei primi del Novecento lo sport ha influenzato prepotentemente letteratura, politica, cinema e musica.

Ma essere sportivo significa soprattutto fair play, accettare le sconfitte e, soprattutto, rispetto dell’altro, anche se considerato “avversario”.

Lo Sport è correttezza, la più grande potenza narrativa.

I nostri nonni e bisnonni rammentavano l’incidente aereo di Superga del 1949 quando persero la vita tutti i calciatori del grande Torino, mentre noi più giovani abbiamo un ricordo indelebile della nazionale di calcio di Marcello Lippi che nel 2006 si laureò Campione del Mondo.

Oggi, i nostri nipoti, esultano con noi per la conquista del titolo Europeo della Federazione Gioco Calcio riportato in Italia dopo 53 anni. La coppa di Wembley (Roberto Mancini regalerà l’aumento di circa 12 miliardi di euro al nostro PIL, più del 35% post pandemia) e l’accesso alle finali di Tennis di Matteo Berrettini a Wimbledon (dopo 144 anni), hanno cambiato la storia coeva e il nostro emozionante legame con l’esaltazione collettiva, la scarica adrenalinica e il delirio cosmico che non ha confini, né stati sociali.

Stiamo partendo per Tokio, la più grande formazione di sempre.

La grande Bellezza dello Sport è espressione di UMANESIMO a cui tutti aneliamo: i SENTIMENTI veri di appartenenza e coesione, gioia e lacrime di un grande abbraccio.

Grazie agli azzurri, siamo tutti più orgogliosi di essere ITALIANI!

Marina Angelastro

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