I Cavalli della Madonna

Scalpitano   nelle   stalle   i   Cavalli     ed   i   Cavalieri   che   annualmente, l’ultima domenica di agosto,  accompagnano in corteo la Madonna del Buoncammino da Via Bari sino alla Cattedrale federiciana di Altamura.

L’emergenza e le misure COVID hanno, infatti, sconsigliato aste, cavalcate e processioni.  La   forzata   immobilità   dei   numerosi   cavalli   chiamati   a   rendere   solenne l’ingresso dalla Madonna in città, ha ispirato l’artista altamurano,  DONATO FIORINO, scultore del legno.

L’artista – a cui fu scippato l’ALBERO della LIBERTA’ da entità pretenziosa ormai da 20 anni estinta ( e risuscitata solo  nel registro di  anagrafe  affatto aggiornata) ,   ha   inteso   riprodurre   e   rievocare,   con   una   installazione imponente, l’atmosfera esclusiva che si vive durante la cavalcata.

Scatto di Vito Galtieri

Venti cavalli a briglie sciolte, posizionati ai piedi della porta angioina, indinamico religioso silenzio,   stanno  a testimoniare   una tradizione ed una devozione che, mai, nello spirito di fedeli e pellegrini,  si sono trasformate in folklore, nonostante chiasso, confusione, cavalieri insubordinati.

Quei cavalli lignei stanno a documentare l’evoluzione dell’artista   che, nel tempo, si è sempre proposto alla comunità in punta di piedi ed in timida modestia. 

Scatto di Vito Galtieri

Dapprima i suoi presepi napoletani. Poi la sua profonda conoscenza di Totò e della   commedia   napoletana   di   Eduardo   Scarpetta   e   di   Titina,   Eduardo   e Peppino De Filippo. La rivoluzione napoletana con gli alberi della libertà e gli alberi della musica. Ed ancora opere di notevole fattura che comprovano la padronanza dei materiali adoperati.   (legno, carta, tessuti)

Scatto di Vito Galtieri

Dall’altro quei cavalli raggruppati, privati della guida dei rispettivi cavalieri, senza selle o ricchi mantelli,  nella loro semplicità e nudità,  rappresentano la impetuosa ed avvincente forza della fede e del credo di una intera comunità.  La sovrapposizione in profondità di cinque   profili in bassorilievo rende tridimensionale l’intero impianto. Nel contempo, rende l’idea di un potente ed inarrestabile spirito religioso, nonché di nobile e suggestiva  energia.

Questa opera merita   una collocazione stabile   – al pari di altre a firma di artisti  /profeti   non   gratificati   da   questa   invidiosa   terra   –   e   dovrà   essere candidata a diventare uno dei tanti monumenti che la città potrebbe ospitare negli spazi pubblici e comuni.

​ALGRAMA’, che pure non ne è la proprietaria e né vanta diritti, la dona al Comune di ALTAMURA. 

Scatto di Vito Galtieri

Gianni Moramarco

Copertina di Carlo Centonze

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