Il 28 febbraio manifestazione a Gravina, Altamura, Laterza e Matera NO RADIOATTIVO

Manca pochissimo, salvo dubitabili proroghe, per opporsi alla individuazione di siti nazionale di scorie radioattive nelle città cuore dell’Alta Murgia come Gravina, Altamura, Laterza e Matera.

            Abbiamo interrogato il Comitato di consultazione popolare di Gravina, per avare lumi a riguardo, per sapere come stanno le cose. Sono nati spontanei Comitati dopo la notizia divulgata dalla società Sogin, avvenuta nella notte a cavallo tra il 5 e 6 gennaio 2021, sulle ipotesi d’individuazione di un deposito nazionale di stoccaggio di scorie radioattive attraverso la CNAPI (Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee).

Giuseppe Lapolla, come stanno le cose ad oggi?  

            Ad oggi non abbiamo la possibilità di incontrarci fisicamente, gli argomenti da trattare sono tantissimi, e c’è l’esigenza di analizzarli tutti e a fondo. Purtroppo le limitazioni dei vari Dpcm ci impediscono di fare assemblee cittadine per discutere.

            Il Comitato è costituito da una rete di associazioni ambientaliste, giovanili, culturali, organizzazioni sindacali, forze professionali e di promozione del territorio che vogliono stimolare la discussione cittadina e fare SINERGIA con l’amministrazione comunale e con le varie istituzioni, per la compilazione delle osservazioni da presentare relativamente al sito di Gravina in Puglia.

            Sino ad oggi abbiamo incontrato prima le istituzioni territoriali ad iniziare dal Sindaco di Gravina, dott. Alesio Valente, con il quale abbiamo concordato una sinergia utile a sostenere la fase delle osservazione alla CNAPI da inviare alla Sogin: il Comune di Gravina è a capo del tavolo tecnico messo su dalla Regione che dovrà elaborare, per conto dei Comuni coinvolti nella vicenda, le osservazioni tecniche.

            Poi abbiamo incontrato il Presidente del Parco dell’Alta Murgia, dott. Francesco Tarantini, un incontro molto proficuo dove si sono affrontate molte questioni interessanti e utili per l’azione del Comitato. In tal senso si è convenuto sull’importanza di una sinergia tra l’Ente Parco e i Comuni che ne fanno parte e che deve vedere protagonisti i sindaci in rappresentanza delle loro comunità, per rifiutare l’ipotesi di un deposito nazionale sul nostro territorio.

            Punto fondamentale per agire concretamente è quello di precedere nel minor tempo possibile all’approvazione del regolamento sulle aree contigue e che potrebbe essere oggetto di tutele più estese. A questo si deve procedere anche all’individuazione dei corridoi ecologici che possano rendere effettiva la rete Natura 2000 e il collegamento tra tutte le aree tutelate.

            In questi giorni ci siamo visti per un incontro per fare il punto della situazione. Erano presenti i nostri referenti delle sigle ambientaliste e sindacali e abbiamo inoltre invitato alcuni rappresentati dei CAM (Comitati Alta Murgia) che stanno avviando un’assemblea territoriale per mettere in rete i Comitati della murgia: la sigla è NO SCORIE PUGLIA E BASILICATA che ha l’intento di organizzare assemblee pubbliche. Crediamo molto nella sinergia territoriale perché quello del deposito nazionale di scorie radioattive è un problema comune e che ci vede tutti insieme uniti per restituire un altro destino alla nostra terra.

            Siamo in attesa di incontrare i referenti dell’ordine dei geologi e quelli degli agrari. Passo successivo previsto è quello di coinvolgere le scuole di ogni ordine e grado per iniziare a sensibilizzare la cittadinanza proprio dai più piccoli.

            Abbiamo aderito all’iniziativa proposta dai CAM di una manifestazione per il giorno 28 febbraio 2021, sarà una domenica mattina, da organizzare a Gravina e in contemporanea nei comuni di Altamura, Matera, Laterza: queste manifestazioni saranno indette per coinvolgere l’opinione pubblica su questo tema e per far capire che questo progetto non è in linea con le finalità di sviluppo di questo territorio.

            Siamo pronti a scendere in piazza per gridare il nostro dissenso.

La redazione

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