Riposta nella nicchia la statua di San Michele del 1799: Gravina fu salva dalle orde del Cardinale Ruffo

Dal racconto fotografico di Carlo Centonze apprendiamo: “la Statua lignea del 1799 raffigurante San Michele Arcangelo è stata riportata stamane 28 novembre 2020, dopo un importante restauro, nella storica nicchia di Piazza Scacchi (Porta San Michele) in Gravina in Puglia, che occupa da oltre 200 anni. Il restauro è avvenuto grazie ai Lions Club di Gravina, a cura delle restauratrici Rosanna Guglielmo e Gaia Cantarone. Il nostro grazie va anche allo storico locale Pinuccio Massari per il suo impegno e determinazione affinché fosse data lucentezza materiale e storica a questa statua dalle caratteristiche artistiche che gli anni e l’incuria avevano nascosto”.

            Torniamo a quella data. Il 9 maggio 1799 giungevano sotto Altamura, e provenienti da Matera, numerose orde dei cosiddetti Sanfedisti, capitanate dal Cardinale Ruffo il quale, dopo la fuga del Re da Napoli, si era prefisso di ristabilire a qualunque costo la monarchia del Regno, contrapponendosi, con la violenza della sua repressione, all’azione dei rivoluzionari.

            L’arrivo dei Sanfedisti ad Altamura dette luogo ad un aspro combattimento che si chiuse con la capitolazione della città, con l’eccidio di numerosi cittadini e rapina dei loro averi, come ci racconta lo storico per eccellenza Domenico Nardone.

            Il Cardinale Ruffo, dopo l’eccidio di Altamura, si diresse verso Gravina con l’intento di fare altrettanto se avesse incontrato resistenza. Ma Saverio Meninni e la sua consorte, a capo di un gruppo di popolani, chiesero di colloquiare col Cardinale, al quale gli confermavano sotto la loro responsabilità che i pochi Giacobini esistenti in Gravina erano oramai fuggiti e che la popolazione, nonostante la loro propaganda, era compatta e decisa a mantenere la fede giurata al suo Re.

            Ciò promesso, pregavano vivamente il Cardinale di risparmiare la città da ogni danno. Così il Cardinale Ruffo passava da Gravina senza entrarvi. Il popolo gravinese, allo scuro dell’accaduto, attribuì lo scampato pericolo ad un miracolo del Santo Patrono San Michele Arcangelo: volle una statua del Santo in una nicchia a Porta San Tommaso, oggi porta San Michele, a ricordo dell’evento.           L’azione dei coniugi Meninni fu un’azione nobile. Infatti lo scrittore Giuseppe De Ninno, accennando alla mancata venuta a Gravina del Cardinale Ruffo, afferma che i coniugi Meninni, col loro interessamento, salvarono dalla punizione del focoso cardinale non poche famiglie di Giacobini gravinesi, dimostrando una signorile magnanimità verso coloro che, nella installazione del governo dipartimentale, non si erano adoperati di aizzare la folla ad assalire e depredare le loro case come Sanfedisti, e che tanto male ne sarebbe avvenuto se, ad arrestare la folla assalitrice, non fossero intervenuti a tempo i Giacobini Giuseppe Calderoni, i fratelli Polini, e l’avv. Nicolò Damiani i quali, col loro seguito e con la loro autorità, riuscirono a far desistere la folla dalla già iniziata violenza.

            Venne aborrita in tali circostanze la propaganda faziosa delle parti politiche in campo, per difendere la popolazione inerme.

Michele Gismundo

Scatto di Carlo Centonze

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