Il Babbo e l’albero di Natale, simboli natalizi tradizionali

Nel corso dei secoli la festa del Natale ha assunto, accanto al suo significato religioso, anche aspetti legati al folklore di ogni Paese. Da usanze più condivise (Babbo Natale che porta i doni, l’albero o il presepe) si passa a tradizioni più locali.

            Babbo Natale, l’omone simpatico che porta i doni ai bambini, trae origine da San Nicola di Mira, vescovo vissuto nel IV secolo, di cui tuttora il personaggio di Babbo Natale porta il nome nei paesi nordeuropei: Santa Claus. Nel folclore, questo protagonista natalizio arriva durante la notte di Natale su una slitta trainata da una renna, scende per il camino, lascia i doni ai bambini. Il resto dell’anno lo passa fabbricando giocattoli e ricevendo lettere sul comportamento dei bambini. In realtà, l’usanza di collegare San Nicola ai regali è legata alle grandi elargizioni che il vescovo faceva a favore dei poveri e, soprattutto, per aver fornito la dote alle tre figlie di un cristiano povero ma devoto, evitando così che fossero obbligate alla prostituzione.

            Nell’Ottocento la figura di san Nicola si trasforma in Santa Claus. Nel 1821 William Gilley scrive un poema dedicato a “Sancteclaus”. Nel 1822 è pubblicato anche un libro illustrato col titolo “L’amico dei bambini”, in cui si descrive la figura di Santa Claus. Nel 1931 in una pubblicità della Coca Cola, compare un omone con un vestito rosso bordato di una pelliccia bianca: Babbo Natale.

La dimora tradizionale di Babbo Natale cambia secondo delle tradizioni: negli Stati Uniti si sostiene che abiti al Polo Nord, in Alaska; in Europa è invece più diffusa la versione finlandese, che lo vuole residente nel villaggio di Rovaniemi, in Lapponia. Altre tradizioni parlano del paesino di Dalecarlia, in Svezia, oppure di Nuuk, in Groenlandia.

            Se Babbo Natale è nell’immaginario dei bambini il simbolo per eccellenza del Natale, l’albero e il Presepe sono tra le più evocative e diffuse tradizioni natalizie nel mondo,comuni più o meno a tutti i popoli, sebbene in forme diverse. Si è già scritto della tradizione della raffigurazione artistica della Natività, il Presepe o Presepio (cfr. https://www.algrama.it/cultura/renzo-paternoster-costruire-un-presepe-innanzi-tutto-nel-nostro-cuore/).

            L’origine dell’albero di Natale è incerta. L’immagine dell’albero come simbolo del rinnovarsi della vita è un popolare tema pagano, presente sia nel mondo antico sia medioevale. La derivazione dell’uso moderno della tradizione dell’albero di Natale, tuttavia, non è stata provata con chiarezza.

Esiste una leggenda che lega l’albero di Natale a San Bonifacio, il santo nato in Inghilterra intorno al 680 e che evangelizzò le popolazioni germaniche. Si narra che Bonifacio affrontò i pagani riuniti presso la “Sacra Quercia del Tuono di Geismar” per adorare il dio Thor. Il Santo, con un gruppo di discepoli, arrivò nella radura dov’era la “Sacra Quercia” e, mentre si stava per compiere un rito sacrificale umano, gridò: «questa è la vostra Quercia del Tuono e questa è la croce di Cristo che spezzerà il martello del falso dio Thor». Presa una scure cominciò a colpire l’albero sacro. Un forte vento si levò all’improvviso, l’albero cadde e si spezzò in quattro parti. Dietro l’imponente quercia stava un giovane abete verde. San Bonifacio si rivolse nuovamente ai pagani: «Questo piccolo albero, un giovane figlio della foresta, sarà il vostro sacro albero questa notte. È il legno della pace, poiché le vostre case sono costruite di abete. È il segno di una vita senza fine, poiché le sue foglie sono sempre verdi. Osservate come punta diritto verso il cielo. Che questo sia chiamato l’albero di Cristo bambino; riunitevi intorno ad esso, non nella selva, ma nelle vostre case; là non si compiranno riti di sangue, ma doni d’amore e riti di bontà». Bonifacio riuscì a convertire i pagani e il capo del villaggio mise un abete nella sua casa, ponendo sopra ai rami delle candele.

            Tra i primi riferimenti storici alla tradizione dell’albero di Natale, la scienza, attraverso l’etnologo Ingeborg Weber-Keller, ha identificato una cronaca di Brema del 1570 che racconta di un albero decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. Ma è la città di Riga, capitale della Lettonia, a proclamarsi sede del primo albero di Natale della storia: nella sua piazza principale si trova una targa scritta in otto lingue, secondo cui il “primo albero di capodanno” fu addobbato nella città nel 1510.

            Per molto tempo la tradizione dell’albero di Natale rimase tipica delle regioni protestanti della Germania e solo nei primi decenni del XIX secolo si diffuse nei paesi cattolici.

Oggi la tradizione dell’albero di Natale è universalmente accettata anche nel mondo cattolico. Papa Giovanni Paolo II lo introdusse nel suo pontificato facendo allestire, accanto al presepe, un grande albero di Natale proprio in piazza San Pietro.

            In conclusione di questo breve viaggio intorno alle tradizioni natalizie legate all’albero e al Babbo di Natale, non resta che augurare a voi, cari lettori, i migliori auguri di un Natale di speranza… in questo brutto momento, più che altrove, le nostre Comunità ne hanno tanto bisogno!

Renzo Paternoster

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