L’identità turistica come leva di sviluppo per Gravina in Puglia

Quando un bene culturale di una città esercita, rispetto agli altri beni, maggiore interesse e una forte attrazione per il turista, vuol dire che la stessa città ha una sua identità turistica.
            L’identità è il segno distintivo e rappresenta la condizione imprescindibile per una città che ambisce a diventare una destinazione turistica. Essa rappresenta la leva per poter “comunicare” in maniera efficace una città, un territorio. Il turista va a Matera perché è attratto dai Sassi (e non da altro), e vorrebbe lì, in un luogo unico e mozzafiato, vivere una esperienza da protagonista.                                                                                                      Fino a qualche mese fa Gravina non aveva una specifica identità tale da convincere il turista a sceglierla come meta. Evidentemente l’intera comunità gravinese aveva da sempre sottovalutato la forza attrattiva del Ponte che collega l’habitat rupestre alla città “nuova”, non rendendosi conto di possedere un formidabile potenziale turistico da guardare con stupore e da “comunicare” al mondo intero. Oggi, grazie alle tante produzioni cinematografiche tra cui l’ultimo film della serie 007, ai fotografi e ai fotoamatori gravinesi, alle iniziative del Comune e delle altre istituzioni pubbliche, al  comitato che ha proposto al FAI il Ponte Acquedotto di Gravina tra i beni da tutelare, Gravina finalmente si può dire che ha “riconosciuto” con qualche ritardo, la sua forte identità dal punto di vista turistico che è rappresentata appunto dal meraviglioso Ponte Acquedotto, famoso ormai anche come “Ponte 007”.

            Grazie al FAI il Ponte Acquedotto sta consentendo alla nostra Gravina di essere conosciuta in tutto il territorio italiano e non solo. L’incremento nei mesi estivi del flusso turistico a Gravina conferma, infatti, che il Ponte sta suscitando un grande interesse. 

            Ora, però, questo importante riflettore acceso sul Ponte e sulla città impone alla politica una forte presa di coscienza e un adeguato modello organizzativo e gestionale delle risorse culturali disponibili, coinvolgendo altri attori pubblici e privati. È indispensabile oltre che urgente avere una visione integrata del fenomeno “turismo” che è una attività economica tra le più difficili per la quale occorrono competenza, investimenti, impegno e sinergia tra i vari protagonisti pubblici e privati. Il progetto, quindi, deve interessare la pubblica amministrazione che ha il compito di conservare, valorizzare e comunicare i suoi beni culturali, gli operatori del settore che devono offrire servizi sempre più di qualità, ma anche i cittadini che devono contribuire a qualificare l’accoglienza attraverso un maggiore senso civico e maggiore collaborazione.

            Insieme alla identità non si deve, quindi, dimenticare che occorre acquisire la cultura dell’ospitalità perché anch’essa rappresenta un’arma vincente di una offerta turistica ricca di beni culturali ed enogastronomici. Solo così Gravina potrà diventare davvero una città turistica.

Prof. Sergio Varvara

Già docente di Accoglienza Turistica e di Enogastronomia

Foto di Carlo Centonze

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