Gianni Moramarco: Shopping off line

Provocatoria e simpatica la protesta dei commercianti al dettaglio dell’abbigliamento ad Altamura. Ispirandosi alle prossime festività natalizie, hanno usato le loro buste vuote per gli addobbi. I cartoni quali simulacri di inanimate scenografie di un presepe morente. 

            I dati registrati a luglio dall’Istat circa la diminuzione delle vendite dei beni non alimentari (-11,6% in valore e -15,8% in volume) erano stati già parecchio preoccupanti. E le flessioni più marcate si erano già evidenziate proprio per abbigliamento e pellicceria (-27,9%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-17,3%). 

            La crisi non è stata innescata dal lockdown. Semmai, è stata esaltata dalla pandemia. Essa, ha carattere strutturale ed è determinata da vari fattori: il commercio elettronico e globale, la contrazione dei consumi, le aspre fiscalizzazioni, la assenza di politiche locali, la estrema frantumazione della classe dei commercianti al dettaglio.

            La civile protesta del settore moda è il segno della necessità di dare vita ad una organizzazione che prenda consapevolezza quanto meno della situazione locale e che interagisca in maniera propositiva con la politica del territorio.  Essa, peraltro, coincide, proprio con la efferata e miope applicazione dell’ordinanza sindacale che voleva limitare la movida nel centro storico.

            Ecco, quali le idee o le proposte da portare al vecchio convento Comunale, alla distante città metropolitana, alla Regione per la rinascita economica e sociale della intera comunità che gira intorno ai traffici commerciali?  Per essere credibili, non potrà/dovrà parlarsi, in maniera affatto dignitosa e pretestuosa, solo di assistenza, contributi e defiscalizzazioni. I traffici commerciali possono estendersi se tutto il contesto avanzi. 

            Bisognerà, quindi, proporre modelli urbani più ospitali, più accoglienti, più belli, più intriganti. Insomma, una città che migliori i servizi ed incoraggi gli investimenti e, quindi, i consumi.  Una città che, dopo la pandemia, offra interessi molteplici, dall’enogastronomia all’arte, dalla cultura allo sport, poiché i grandi eventi sollecitano e rimettono in moto i commerci.  

            E di questo i commercianti ed i cittadini dovranno pur farsi carico mettendoci del proprio. Senza aspettare il Comune o le sponsorizzazioni. Si cominci con il NATALE, animando, addobbando ed illuminando, in maniera originale, balconi e vetrine, piazzette e claustri. Formulando offerte e servizi che debbano essere competitivi con lo shopping on line.   

Giovanni Moramarco

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