25 aprile: la festa dei colori “vivi” della libertà e il ricordo della Resistenza al nazifascismo.

Resistenza che deriva dal latino “resístere”. È composto dalla particella re-, addietro, che rimanda all’idea di opposizione, e “sístere”, fermarsi, che si ricollega alla radice sanscrita “stha–“ o “sta–”, che esprime l’idea di “non star fermi”, “stare saldi” in un intento, “non cedere e respingere”. Il termine, dunque, rimanda al concetto di “fermar respingendo”.

            Questo concetto può essere declinato in molti modi (ad esempio, la resistenza elettrica o quella termica o ancora quella idraulica, oppure la resistenza alla fatica), ma per la sua preziosità la Resistenza (scritto rigorosamente in maiuscolo) è la lotta alle funeste forze nazifasciste durante la Seconda Guerra Mondiale.

            Occorre chiarire un tema: molti associano il 25 aprile a un colore, il rosso della bandiera comunista. Nulla di più sbagliato. Il 25 aprile è la giornata che ricorda la Liberazione dell’Italia e degli italiani dal nazifascismo e, assieme, il valore degli uomini e delle donne della Resistenza. Il movimento partigiano italiano non era comunista, ma di popolo. I partigiani erano inquadrati nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), non nel Partito Comunista Italiano. L’atto fondativo del Comitato di Liberazione Nazionale fu firmato da Alcide De Gasperi (DC), Ivanoe Bonomi e Meuccio Ruini (Democrazia del Lavoro), Mauro Scoccimarro e Giorgio Amendola (PCI), Ugo La Malfa e Sergio Fenoaltea (Partito d’Azione), Pietro Nenni e Giuseppe Romita (PSI), Alessandro Casati (PLI). Se il Comitato di Liberazione Nazionale è la mente della Resistenza, il Corpo volontari della Libertà (CVL) è la prima struttura, riconosciuta tanto dal Governo italiano quanto dagli Alleati, di coordinamento militare e unione delle forze partigiane, insomma è l’“anima pulsante” della Resistenza. Anche questa struttura è rappresentativa di tutte le forze protagoniste della lotta antifascista: Ferruccio Parri (Partito d’Azione), Luigi Longo (Partito Comunista), Giovanni Battista Stucchi (Partito Socialista), Enrico Mattei (Democrazia Cristiana); Mario Argenton (Partito Liberale e formazioni autonome).

            “Resistenti” furono dunque tutti quegli italiani e quelle italiane, di ogni appartenenza democratica, che seppero dire di no all’arruolamento (attivo o passivo) nella Repubblica Sociale Italiana. I “Resistenti” sono quegli uomini e quelle donne che, imbracciando un fucile, hanno dato una lezione di dignità a chi, dal re ai ministri, seppe solo fuggire davanti ai nazisti, abbandonando un intero Paese al disastro dell’8 settembre.

            Quindi il 25 aprile è tutti i colori, tranne il “nero”! La Resistenza è dunque la forza di valorosi uomini ed eroiche donne che “non sono stati fermi” per “respingere”, anche a costo della propria vita, le forze malvagie e criminali nazifasciste.

            La Resistenza richiama quindi a una precisa costellazione di valori positivi, etici e politici, tra cui la libertà e la democrazia. Le partigiane e i partigiani che seppero dire no al nazifascismo sono gli eroi e i martiri dell’Italia democratica.

            Il valore della Resistenza è tutto racchiuso nelle suggestive parole di Giuseppe Ungaretti: Qui / vivono per sempre / gli occhi che furono chiusi alla luce / perché tutti / li avessero aperti / per sempre alla luce. [“Per i morti della Resistenza”] … e la luce è quella che dobbiamo cercare di tenere viva, non solo il 25 aprile, a dispetto di chi vuole spegnerla. La poesia è la metafora della vita sacrificata per non portare alla morte le generazioni future.

         Un enorme e meraviglioso sacrificio che diventa monumento ai valori della libertà, della democrazia e della fratellanza. Parole, queste, che dovrebbero essere scolpite nella memoria collettiva italiana e scritte sulla nostra bandiera nazionale.

            Alla Resistenza non è concesso l’oblio, perché non è ammesso dimenticare ardite donne e coraggiosi uomini “saldi nella lotta” per lasciare alle generazioni future il privilegio di essere liberi dalla tirannia di una politica che si è fatta criminale.

            Per questo la Resistenza è stata un immenso atto d’amore per l’Italia e gli italiani… per questo la Resistenza è virtù, al contrario del nazifascismo che è un crimine… SEMPRE!

Renzo Paternoster

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