Il pastore tecnologico

Il territorio murgioso ha una vocazione agricola e pastorale. I nostri nonni ed i nostri avi si sono occupati da sempre di agricoltura (soprattutto cerealicoltura) dedicandosi contemporaneamente   all’   allevamento   di ovini  e bovini. Negli anni 80 abbiamo assistito da un lato all’esodo dalla attività tipica di aree carsiche (pastorizia), dall’altro al tentativo di trasformazione di pascoli in terreni coltivabili, con una attività di violento spietramento.  Abbiamo   assistito, contemporaneamente, a   trasformazioni sociali radicali, con l’abbandono, quasi massiccio, delle residenze rurali. E’ arrivato il tempo di valorizzare quel segmento produttivo che   abbiamo   abbandonato   e   ripensare   alle   opportunità   di lavoro e di sviluppo, che oggi potrebbero offrire le aziende rurali. Se alcuni anni fa la distanza dai mercati, la insufficienza della domanda   locale, la   mancanza   di   strutture   e servizi, la solitudine   bucolica     limitavano     il   potenziale   di   crescita dell’economia locale nelle zone rurali, oggi – grazie alle varie tecnologie digitali, nonché ai percorsi e strade a tema – si impone una rielaborazione della prospettiva che può offrire l’agricoltura. Dovremo disegnare la figura del <pastore tecnologico> che sappia da un lato allevare mandrie e greggi, dall’altro dar vita ad un prodotto marchiato sia in ordine alla provenienza e all’origine, sia in ordine alla qualità. Un pastore che sappia ospitare visitatori e turisti e che sappia commercializzare i suoi prodotti attraverso la rete. Le nuove opportunità sono costituite dal mutamento della domanda. L’enogastronomia e la ricerca di prodotti naturali sono i motori trainanti della rielaborazione di un settore svalutato. Quindi, l’economia verde, la bioeconomia, l’economia dell’esperienza e l’economia residenziale, il turismo rurale. A tanto si aggiungono le colture alternative alla cerealicoltura, la    riscoperta di antichi vitigni, la rivalutazione dei metodi tradizionali per la produzione di olio e di vino, nonché degli antichi prodotti caseari. E’ essenziale, quindi, creare e attribuire credibilità e diffusione alle   certificazioni dei   prodotti   di   qualità   che   richiamano l’attenzione di un pubblico internazionale. La nostra MURGIA può recuperare la sua originaria essenza e, nella sua povertà, può costituire una opportunità per favorire lo sviluppo di nuove idee, o iniziative creando posti di lavoro e richiamando i giovani a vivere nelle zone rurali, approfittando della   maggiore accessibilità per l’acquisto di terreni e abitazioni rurale.

Gianni Moramarco

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