Un tour magico che parte da Montescaglioso: “La via micaelica”

Ne ha parlato ampiamente la Gazzetta del 4 settembre 2020, con un articolo di Onofrio Bruno. Prende piede quindi l’idea affascinante del sodalizio culturale intercomunale AlGraMà, di un percorso turistico religioso alla scoperta dei santuari rupestri intitolati a San Michele Arcangelo. Tappa iniziale dell’importante cammino è senza dubbio l’Abbazia benedettina “San Michele Arcangelo” di Montescaglioso (XI secolo), che spicca per bellezza ed imponenza. E’ tra i più importanti monasteri benedettini del Sud Italia e il suo nucleo centrale è costituito da splendidi chiostri rinascimentali e dalla chiesa. Ci siamo passati l’altra sera, in occasione dell’evento “Il Paese dei Libri dal 2 al 4 settembre”, incontrando e dialogando, tra gli altri con il regista e attore Sergio Rubini. Un centro storico quello di Montescaglioso invidiabile, da ammirare e da additare alle “nostre” amministrazioni comunali, spesso distratte nella tutela e valorizzazione delle bellezze che la storia ci ha consegnati. Matera seguirebbe nel tour magico ipotizzato con la chiesa rupestre di San Michele di Serra Sant’Angelo, meglio conosciuta come Grotta dei Pipistrelli, nella Gravina di Matera. Il percorso continua con la visita al sito rupestre di San Michele Arcangelo in via Madonna della Croce ad Altamura. Ad un tiro di schioppo la magica Grotta di San Michele Arcangelo a Gravina in Puglia: sul ciglio del burrone, scavata in un unico ed enorme masso di tufo granulare, sorretta da 14 pilastri naturali di forma quadrangolare, che dividono la chiesa in cinque navate. Chiesa grotta, di proprietà del Capitolo Cattedrale, bisognevole purtroppo di tanta cura: un patrimonio di valore inestimabile.  A Santeramo in Colle c’è la Grotta di Sant’ Angelo, una grotta naturale di origine carsica nel bel mezzo del Parco Nazionale dell’Alta Murgia: graffiti e affreschi risalenti all’Alto Medioevo e al XIII secolo. Un percorso turistico insomma tutto murgiano, un itinerario accattivante, dove ti accolgono quegli odori delle erbe selvatiche della murgia e delle trattorie ed osterie a scolmare fritti di funghi ed arrosti di agnello, quegli odori della “pecora alla rizzola”, tipico piatto della civiltà contadina altamurana. Luoghi dove risenti gli odori del latte di pecora appena munto, del pecorino stagionato dentro stalle che sembrano abbandonate. Luoghi dove l’odore del pane appena sfornato ti invita a tuffarti nei forni. Luoghi dove ti accolgono gli odori della umidità all’interno del concavo delle chiese rupestri. L’architettura rupestre ti prende per mano e ti conduce lungo case e chiese scolpite con arte nella roccia viva perché fatica e fede possano raccontarsi fiaba, storia e storie.

Michele Gismundo

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