Salvatore Fighera, annoiato dagli studi forensi si mise a studiare musica

SALVATORE FIGHERA. Nacque in Gravina nelle Puglie, nel 1771. Da un zio paterno, Oronzo Fighera, valentissimo nella giurisprudenza, fu condotto in Napoli onde addirsi agli studi forensi. Annoiatosi di tali studi, di soppiatto si mise a studiare la musica, cosa che contrariò molto lo zio. Quando ne venne in cognizione, gli proibì di proseguirla; ma a consiglio del Marchese Cito, allora Presidente del Sacro Consiglio e suo amico, vi accondiscese dipoi, e lo fece entrare nel Conservatorio di Santa Maria di Loreto. Ivi, sotto la direzione del maestro Insanguine, apprese l’arte del canto ed il contrappunto, studio, che unito alla composizione, proseguì e compì con maggiore alacrità ed accuratezza sotto Fedele Fenaroli. Fu sempre benemerito dei suoi maestri, e spesso fu prescelto dai suoi compagni a dirigere la musica nella festività di S. Emidio e Santa Irene, celebrata a gara da tutti i Conservatori. Uscito dal Conservatorio, scrisse per la Scala di Milano l’opera buffa intitolata La Sorpresa, e nella stessa città compose due cantate, La Finta Ritrosia e Lo Sdegno e la Pace. Scrisse per Monastero di S. Sebastiano, ove era maestro, due Messe a due cori con orchestra, una Messa funebre a due cori, ed altra simile, ma di stile fugato, con accompagnamento d’orchestra, per i funerali fatti nella Chiesa della Pace per la morte della Regina Maria Carolina d’Austria; un Miserere alla palestrina ad otto parti reali ed un Oratorio per quattro voci con orchestra per la festività de’ DoIori della SS. Vergine. Altre due Messe per quattro voci con orchestra scrisse per la Beatificazioni di S. Alfonso dei Liguori seguite in tale circostanza in Nocera dei Pagani. Compose altre Messe alla palestrina, due Credo per otto voci di stile madrigalesco; un Oratorio per la festività de’ Dolori di Maria, diviso in due parti, ciascuna delle quali contiene 6 pezzi di musica oltre i cori; inoltre un Monologo per voce di soprano sopra parole del Cav. Ricci, ed un Miserere per quattro voci con orchestra, che per sua divozione faceva eseguire in ogni anno dai suoi discepoli dilettanti nella Settimana Maggiore, e ch’egli chiamava la sua composizione favorita. Scrisse anche un compiuto Studio di canto, secondo i precetti dettati dal celebre Porpora. Mori in Napoli non molto vecchio nel 1832, lasciando un figlio che ha esercitato anche la professione di Maestro di Cappella, morto nel 1840. Nulla esiste nel nostro Archivio appartenente a questo maestro; ma non deve recar meraviglia, atteso che quel poco che ha scritto per teatro non è stato in Napoli, e le musiche poi per le Chiese facilmente restavano allora ne’ Conventi e monasteri per cui erano composte.

Fonte: 

Francesco Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi Conservatori, Lorenzo Rocco, Napoli 1883 p. 449, in Gennaro Maria Pupillo – Operatori C.R.S.E.C. BA/7, Note dimenticate e la musica dei compositori “minori” della murgia, Antologia di scritti, Regione Puglia, Altamura 2010)

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SALVATORE FIGHERA. Maestro di musica, nacque a Gravina nel 1771. Venuto in Napoli per studiare leggi, incominciò invece di nascosto a studiare musica, fino a che i suoi parenti dovettero secondarne la vocazione col farlo entrare nel Conservatorio di S. Maria di Loreto, ove sotto la direzione del maestro Insanguine, detto Monopoli, e poscia sotto quella del Fenaroli, fece voli nell’arte musicale. Uscito di collegio, fu nominato maestro di cappella nel monastero di S. Sebastiano, e fu presto noto per la sua valentia nel comporre. Abbiamo di lui: La sorpresa, opera buffa, rappresentata alla Scala di Milano, sebbene, come nota il Bellucci, non figuri il suo nome nell’elenco degli spettacoli di quel teatro, compilato da Pompeo Cambiasi (3.a ediz. – Milano, Ricordi, 1881), tranne che si supponga appartenesse a questo maestro l’intermezzo buffo senza titolo e senza nome di autore, eseguito nella primavera del 1796 fra un atto e l’altro di una recita che vi fece la compagnia comica Perelli; La finta Ritrosia e Lo sdegno e la pace, due cantate eseguite anche a Milano; Due Messe a due cori con accompagnamento di orchestra; Messa funebre a due cori; Miserere ad otto parti reali alla Palestrina; Oratorio per la festività dei dolori della SS. Vergine a quattro voci; Messa funebre a due cori di stile fugato, con accompagnamento di orchestra, per i funerali della regina Maria Carolina d’Austria; altre due Messe a quattro voci con accompagnamento di orchestra, per la beatificazione e canonizzazione di B. Alfonso de’ Liguori; diverse altre Messe alla Palestrina ed anche con accompagnamento di orchestra; un Credo ad otto voci di stile madrigale; un Oratorio per la festività dei dolori di Maria, diviso in due parti, ciascuna delle quali contiene sei pezzi di musica, oltre i cori; un Monologo per voce di soprano, su parole del cav. Ricci; un Miserere a quattro voci, con accompagnamento di orchestra, composizione sua favorita, che per divozione faceva eseguire ogni anno dai suoi scolari nella settimana maggiore. Vi ha pure di lui uno Studio di canto completo, secondo il metodo di Porpora. Morì in Napoli, non molto vecchio, nel 1832, lasciando un unico figliuolo, che, ad esempio del padre, si dedicò con lode all’arte musicale […].

Fonte: 

Carlo Villani, Scrittori ed artisti pugliesi antichi, moderni etc., V. Vecchi, Trani 1904 pp. 355-356, in  

Gennaro Maria Pupillo – Operatori C.R.S.E.C. BA/7, Note dimenticate e la musica dei compositori “minori” della murgia, Antologia di scritti, Regione Puglia, Altamura 2010)

Immagini pubblicate: 

Frontespizio dello spartito originale dell’opera “La Finta Ritrosia” di Salvatore Fighera, fotocopiato su gentile concessione della Fondazione “Ettore Pomarici Santomasi” di Gravina in Puglia. Salvatore Fighera in una tela esposta presso la Fondazione “Ettore Pomarici Santomasi” di Gravina in Puglia 

Michele Gismundo

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