Via Luca de Samuele Cagnazzi – Altamura

La nostra rubrica “Toponomasticando” prende le mosse da via Luca de Samuele Cagnazzi, ad Altamura. Al celebre studioso  Altamura ha dedicato una strada (come anche hanno fatto le città di Bari e Napoli), ha intitolato il Liceo Classico e il vecchio campo sportivo comunale. Ma chi è stato Cagnazzi? Proviamo a conoscerlo meglio. Luca De Samuele Cagnazzi nacque il 28/10/1764 da Ippolito e Livia Nesti. Rimasto orfano di padre, iniziò a frequentare il Collegio Reale di Bari grazie al marchese De Marco. Anche l’abate Fortis lo aiutò negli studi. Nel ’79 si iscrisse all’Università di Altamura, dove studiò Filosofia e Legge, proseguendo da autodidatta lo studio delle Scienze. Continuò gli studi a Napoli da ecclesiastico. Nell’85 ottenne la cattedra di Matematica e Fisica ad Altamura sotto il rettorato di mons. De Gemmis e produsse le Istituzioni di Matematica e Fisica e la Teorica delle curve parallele, opere con cui ottenne la nomina a socio della R. Accademia delle Scienze. Nell’86 tornò a Napoli e vi rimase fino al ’90, quando fu nominato primicerio della cattedrale di Altamura. Durante l’occupazione francese del ’99 fu nominato Cancelliere della municipalità e quando i sanfedisti del cardinale Ruffo giunsero in Puglia, fu costretto alla fuga e all’esilio. Raggiunta la Sicilia si imbarcò per Trieste ma gli austriaci erano contrari ad accogliere profughi. Recatosi a Graz e scacciato anche da lì, tornò a Venezia con un permesso temporaneo, lavorando come correttore di bozze. Poi si recò a Bologna, Milano e nel 1800 a Firenze. Il periodo fiorentino, il più fortunato, vide la ripresa dell’attività scientifica. Nominato professore universitario di economia politica, entrò in contatto con l’ambiente scientifico e letterario, divenendo membro delle accademie del Cimento, Pontaniana, di Storia naturale e di quella dei Georgofili. Trasferitosi a Napoli nel 1801 divenne professore di statistica e di economia e membro della Regal Società d’Incoraggiamento alle Scienze Naturali. Con l’occupazione francese del 1805, fece parte del governo Murat, come consigliere del governo; 4 anni dopo fu chiamato a dirigere gli uffici ministeriali di agricoltura, commercio e statistica. Nel ’14 ebbe l’incarico di redigere il ragguaglio del valore delle monete locali con quella francese. Con la restaurazione borbonica del ’15, fu tra i protagonisti del concordato del 1818 con la Santa Sede. Dopo la caduta del regime costituzionale del 1821 fu destituito da ministro per aver sostenuto i moti rivoluzionari. Si dedicò a studi scientifici, storici, statistici, pedagogici e teologici, costruì un microscopio ed inventò il tonografo. Scrisse su Il progresso delle scienze, delle lettere e delle arti. Nel 1848 fu eletto deputato. Nominato presidente della Camera fu accusato di cospirare contro lo Stato. Oggetto di un mandato di cattura, si salvò fuggendo a Livorno. Ammalatosi gravemente, gli fu concesso di tornare a Napoli (sotto sorveglianza) e di dimostrare la propria innocenza ma morì durante il processo il 26 settembre 1852, a 88 anni. Uno dei più illustri intelletti di Puglia, lasciava un patrimonio culturale notevole, col riconoscimento di pioniere della statistica.

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