Giuseppe Marrulli, La Sacra Grotta di Monte Laureto a Putignano

La nostra Via Micaelica è costruita anch’essa su una “ley line” ispirata dalla fede e dalla devozione a San Michele Arcangelo, che “unisce“ i santuari e le chiese rupestri dedicate al culto micaelico distribuite tra la Basilicata e la Puglia, lungo la dorsale murgiana. Non è la Via Francigena, non è la Via Micaelica riconosciuta dall’Unione Europea, ma è la Via Micaelica attraversata e venerata sin da tempi remoti dai nostri antenati pastori erranti della Murgia.

          Una deviazione dalla “ley line” murgiana ci conduce alla propaggine sudorientale dell’altopiano carsico, al confine con la Valle d’Itria. A 34 km. da Santeramo in Colle, percorrendo prima la Strada Provinciale 235 e poi la SP 106, imboccando nel tratto finale la provinciale per Noci, giungiamo alla nostra meta intermedia. 

         Monte Laureto è una frazione del Comune di Putignano a 370 metri sul livello del mare. La località, che dista 3 km dalla Città del Carnevale, è servita da autobus extraurbani e dalla linea Bari-Taranto delle Ferrovie Sud-Est, con una stazione in servizio dal 1903.

        Nella Grotta Sacra di San Michele si celebrano messe durante tutta l’estate fino al 29 settembre, giorno della ricorrenza dell’Arcangelo, grazie all’impegno della Pro-Loco di Putignano e della Parrocchia della Madonna del Carmine.

       Originariamente la Chiesa era un tempio dedicato dai Romani al dio Apollo, cinto di alloro, caratteristica che spiega la denominazione della località. Agli inizi del VII sec. fu trasformata in chiesa cristiana dedicata al culto micaelico. Col tempo, in seguito ad opere di restauro e di adattamento, quella grotta ricca di stalattiti, statue e affreschi è divenuta meta di numerosi fedeli e turisti. Intorno alla grotta fu costruito un convento, nel quale si sono alternati diversi ordini monastici fino alla fine del XIX sec. quando divenne proprietà della famiglia Romanazzi-Carducci.

     Nel 1930 il convento divenne un sanatorio per i malati di tubercolosi. Oggi il complesso ospita gli uffici amministrativi della ASL e alcuni reparti medico-ospedalieri.

     La Chiesa ipogea di San Michele Arcangelo in Monte Laureto è da inserire nel novero delle strutture religiose dedicate al culto micaelico – oggetto del nostro studio – che si diffusero a sud di Monte S.Angelo ad opera dei Longobardi di stanza nel Ducato di Benevento.

      La grotta si è formata nel Cretaceo Superiore, lunga 30 metri, larga 17 metri, con una altezza di 6 metri. E’ scavata nella roccia calcarea e vi si accede da una scalinata in pietra locale. All’interno si trovano sculture di Stefano da Putignano e dipinti del Palvisino (XVI sec.). L’affresco della Crocifissione nella parte posteriore dell’Altare principale risale al periodo angioino. Nel 1500 all’Altare Maggiore con la Cappella Angioina si aggiunsero due nicchie laterali contenenti a sinistra la statua di S. Michele e a destra il dipinto della Madonna del Carmine, opere attribuite ai due artisti prima menzionati.

       La leggenda narra che il Santuario fu costruito nella Grotta per volontà di San Gregorio Magno, Pontefice eletto nel 591, per ospitare i monaci dell’ordine di Sant’Equizio. Dopo un’incursione dei Saraceni, nel convento dimorarono i monaci cluniacensi fino a quando il Conte di Conversano donò il fondo ai Padri benedettini. Sotto la giurisdizione dei Gerosolimitani il complesso fu affidato ai Padri carmelitani, che hanno sin qui avuto cura della Chiesa e della prosecuzione del culto. 

      I pellegrini del nostro itinerario non mancheranno di visitare il suggestivo Santuario putignanese, senza tralasciare di completare la tappa con una passeggiata nell’area verde circostante, ricordando che Monte Laureto venne individuato, durante il governo di Mussolini, come luogo adatto alla cura della TBC per la salubrità dell’aria e la vicinanza al mare.

Giuseppe Marrulli

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