I Draghi della murgia e la città dei 15 minuti

          La emergenza sanitaria ha inevitabilmente portato a ripensare il concetto di città e di “abitazione”, sulla base del mutamento dei processi lavorativi: se continueremo a lavorare in parte da casa e in parte in ufficio, sarà inevitabile un mutamento degli assetti geografici e urbani attuali, nonché delle conformazioni abitative.

          I progetti che puntano a creare città del futuro si ispirano tutti aiparametri della sostenibilità e innovazione tecnologica.  Sotto questo profilo bisogna auspicare che i nuovi sindaci – unitamente a consiglieri regionali, deputati e senatori del territorio – diano vita ad un laboratorio di innovazione che, partendo dall’analisi degli attuali centri urbani del territorio, tracci linee guide comuni per poter integrare le aree urbanizzate con il Parco dell’Alta Murgia e con il nostro paesaggio.

          Siamo sicuramente tutti d’accordo nel ritenere che i grandi paesi della Murgia, nel prossimo futuro, dovranno necessariamente essere inclusivi, sicuri, duraturi.

         Per rispondere alle necessità individuate dall’Agenda 2030 i nostri paesoni dovranno essere ripensati più verdi, con lo scoraggiamento del ricorso alle auto ed il necessario potenziamento di mezzi pubblici e piste ciclabili e pedonali.

          Il primo problema, quindi, per le nuove amministrazioni delle cittadine murgiane sarà costituito dalla mobilità e della riduzione di immissioni nell’aria di anidride carbonica. Quindi, i Draghi della Murgia dovranno intervenire sulla viabilità e porre particolare attenzione alla gestione dei rifiuti, alla qualità dell’aria e dell’acqua,alla tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale, garantire abitazioni sicure e di qualità.

         I sindaci del futuro dovranno tenere conto delle raccomandazioni del programma Un-Habitat gli spazi pubblici devono raggiungere il 40/50% tra strade ed aree di comunità. Nel contempo dovranno compiere scelte precise circa le modalità per rendere più sostenibili i nostri centri urbani. Sarà opportuno puntare sulle smart city futuristiche?  Oppure sarà meglio orientarsi sul costruire quartieri “micro-mondi”?

          Sul punto è interessante la teoria elaborata dal prof. Carlos Moreno, docente di Umanistica della Sorbona, il quale propone la città dei 15 minuti”, nella quale tutte le esigenze della quotidianità (sanità, scuole, biblioteche, chiese, esercizi commerciali) devono essere a portata di mano e devono essere raggiungibili, a piedi o in bicicletta, al massimo in 15 minuti. Ci aggiorniamo.

Gianni Moramarco

L’immagine è presa da:

La città dei 15 minuti – Santeramo Partecipa

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