Presentato il libro del prof.Bolognese su Padre Carlo Maria Cardano OSB
Ho partecipato con vivo interesse mercoledì sera 23 ottobre scorso presso la sala Liber Hub di Altamura all’evento organizzato dall’Associazione culturale Algramà per la presentazione del libro pubblicato dal Prof. Giuseppe Bolognese su Padre Carlo Maria Cardano dell’Ordine Benedettino di S. Silvestro, intitolato “Un Inno alla Pace”.
All’evento hanno preso parte attiva l’autore del libro appena citato, il prof. Giuseppe Bolognese, e il prof. Michele Forte docente di Storia e Filosofia al Liceo “Cagnazzi” di Altamura, e in qualità di “animatore dei dialoghi”, rivolti ad entrambi i professionisti, il dott. Giuseppe Marrulli, già Dirigente della Banca d’Italia e socio dell’associazione Algramà.
Ha intervallato i dialoghi il Maestro Giovanni Mugnuolo, flautista virtuoso, con due brani suggestivi: il primo di Saverio Mercadante che lo riprese dall’aria del Don Giovanni di W. A. Mozart “Là ci darem la mano” ed il secondo tratto dalla colonna sonora del film “Mission”, composta dal famosissimo musicista italiano Ennio Morricone.
La “chiacchierata”, mutuando il termine dal titolo della rassegna, è stata immortalata dagli “scatti d’amore”, come li ama definire, del fotografo Carlo Centonze, socio dell’associazione “Algramà” .
Il primo professionista ad interloquire con il moderatore dell’incontro è stato il prof. Michele Forte che ha esordito delineando il ritratto biografico, storico e direi caratteriale di Padre Carlo Maria Cardano (nato ad Altamura nel 1841 e deceduto a Colombo nello Sri Lanka nel 1925), iniziando dalla sua adolescenza di seminarista in Altamura, alla chiamata alle armi nell’esercito borbonico all’età di 19 anni, al fine di contrastare l’avanzata di Garibaldi con le camicie rosse, i famosi “Mille”, nel Regno delle Due Sicilie.
Dopo la breve militanza nell’esercito borbonico e la resa irreparabile dello stesso esercito, il giovane Cardano sconvolto dalle cruente manifestazioni dell’offensiva garibaldina e contando sulla promessa, rivelatasi subito illusoria , di poter tornare alla vita civile e continuare così gli studi in seminario, non fa in tempo a ritornare ad Altamura che viene ricercato per l’arruolamento nell’esercito sabaudo.
Il suo carattere fermo e pacifico lo induce alla latitanza e, braccato dalle “guardie di sicurezza”, si nasconde per quattro anni in una fetida cisterna naturale infestata da insetti e roditori di varie specie, nei pressi della contrada “Graviscella” assistito,secondo il suo dire, da “due angeli tutelari” che non gli fanno mancare porzioni di cibo e acqua indispensabili per la sopravvivenza, oltre alla vigilanza per scongiurare il suo ritrovamento. Saranno anni di durissime sofferenze per lui, come traspare dal diario di oltre una ventina di fogli protocollo manoscritti di suo pugno in quello stato di volontaria prigionia per sfuggire alle “guardie di sicurezza”, che si accaniscono con numerosi sopralluoghi in quella contrada della murgia alla ricerca del suo nascondiglio.
Dopo questa lunga sofferenza C.M. Cardano riuscirà sotto falso nome a raggiungere Napoli dove potrà riprendere gli studi teologici assistito nell’Ordine Benedettino Silvestrino da un sacerdote pugliese legittimista. E nel 1871 avverrà la sua partenza per l’isola di Ceylon ( oggi Sri Lanka) accompagnato da mons. Ilarione Sillani benedettino silvestrino che l’anno successivo lo consacrerà sacerdote. E qui resterà, missionario per 54 anni fino alla sua morte avvenuta l’11 novembre 1925.
Dal profilo caratteriale delineato dal prof. Forte emerge la forte personalità di un
uomo determinato, totalmente votato a Dio e alla sua missione nonostante le sofferenze derivanti dal clima caldo dell’ isola del subcontinente indiano e dalla sua “francescana” alimentazione fatta di pane, acqua, legumi.
Un’altra tematica emerge dalle domande rivolte da Marrulli al prof. Bolognese: come può essere inquadrata storicamente la valutazione fortemente critica espressa in più punti del manoscritto circa l’azione rivoluzionaria e aggressiva di Garibaldi e dei Mille, che in Sicilia conobbe le efferatezze e i cattivi esempi dei fatti di Bronte con le disillusioni per la causa della popolazione contadina? Dalle risposte del prof. Bolognese, suffragate dalle letture di celebri opere di personalità della nostra letteratura come Verga, Pirandello, Sciascia ed altri, riaffiorano considerazioni non “allineate ” sull’operato delle camicie rosse e sul profilo storico di Garibaldi , affiliato alla massoneria, anticlericale, al servizio degli interessi dei nobili inglesi e siciliani.
In sostanza, tali valutazioni indeboliscono il mito dell’ “Eroe dei due Mondi” e l’enfasi entusiastica con la quale vennero intitolate a lui i corsi, le vie e le piazze di tante città della nostra Penisola. Si potrà dire che la personalità di C.M. Cardano era attestata sulla dottrina espressa da Papa Benedetto XV che esortava ripetutamente a desistere dalla corsa alle armi durante la 1^ Guerra Mondiale. Il suo atteggiamento filoborbonico , peraltro, rispecchiava un sentimento molto diffuso nel popolo meridionale , che considerò come un’ingiustizia l’aggressione di uno stato italiano legittimo (il Regno delle Due Sicilie) da parte di un altro stato italiano (il Regno di Sardegna)e la forzata annessione che comportò una serie di eventi tuttora oggetto di accese dispute: l’arruolamento dei contadini nell’esercito sabaudo, l’utilizzo delle riserve auree meridionali per risanare il debito dello stato piemontese, la differenza delle condizioni di vita tra Nord e Sud che ancora sussiste dopo 163 anni dalla proclamazione dell’Unità di Italia.
Quando il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano venne a Bari disse ad alta voce: “Non c’è Italia senza il Sud”. Il titolo del saggio pubblicato dal prof. Giuseppe Bolognese è molto eloquente: “Un inno alla pace…” esprime perfettamente l’ideale di C.M. Cardano in merito alla Pace contro la Guerra. Lui che nello Sri Lanka aveva assistito allo spirito di tolleranza fra le diverse etnie e caste religiose, senza aggressività ma in convivenza pacifica.
Per concludere questa chiacchierata in merito alle riflessioni scaturite dai dialoghi con gli illustri professori citati, sono convinto delle seguenti osservazioni: un famoso teologo come Hans Urs von Balthasar (1905-1988) aveva coniato una definizione suggestive; “La verità è sinfonica”. E’ solo nell’intreccio delle varie note, dei suoni e delle voci che essa si svela. Gandhi comparava la verità al diamante: “E’ uno, ma con molte facce, che non si possono tutte vedere con un colpo d’occhio ma richiedono il paziente circuito attorno ad esse”.
Gravina, 25/10/ 2024
Pietro Elia Scatti di Carlo Centonze