La proposta concreta della Via Micaelica della murgia

Una strada che colleghi i santuari rupestri dedicati a San Michele Arcangelo costituirebbe una nuova proposta culturale e religiosa intrigante, perché incrementerebbe l’importante ventaglio di itinerari che possono sollecitare l’interesse di turisti e visitatori, rispondendo in maniera adeguata alle più varie esigenze. La proposta, poi, troverebbe rispondenza nel culto molto diffuso dell’Arcangelo, riconosciuto dal Cristianesimo anche da altre professioni di fede, come Ebraismo e Islam. La Via Micaelica della Murgia potrebbe partire da Montescaglioso, ove sorge la superba abbazia benedettina di San Michele, caratterizzata dalla mole del Cenobio, esistente sin dal 1078. Prossima, l’area di Matera, laddove si contano numerose chiese rupestri databili ai secoli IX e X, si evidenzia la cripta del Peccato Originale, all’interno della quale si conservano affreschi raffiguranti Adamo ed Eva, la Vergine, e poi la triade degli Arcangeli e S. Pietro. Altra chiesa rupestre dedicata a San Michele Arcangelo nell’agro materano è quella meglio conosciuta come Grotta dei Pipistrelli. Per rimanere in Basilicata, si segnala ad Acerenza, la piccola chiesa rupestre di San Michele Arcangelo, localizzata anche essa in ambiente naturale a testimonianza di un culto praticato al fine di proteggere messi e animali. Culto introdotto ad Acerenza dai Longobardi. Volendosi collegare con la valle d’Itria, altro luogo di culto è il Santuario scavato nella roccia a tre km da Putignano, nella frazione di Monte Laureto, originariamente dedicato al Dio Apollo. Quindi, addentrandosi nella Murgia più brulla, a Santeramo la prima citazione della grotta S. Angelo risale al 1136 (nell’Alto medioevo dedicata a San Michele Arcangelo), grotta naturale di origine carsica con graffiti e affreschi risalenti all’alto medioevo e al XIII secolo.  Punto di riferimento di pellegrini e viaggiatori, allo snodo tra la Via Appia Traiana e la via Appia Antica. Nel centro urbano di Altamura, a via Madonna della Croce, si trova la chiesetta di san Michele Arcangelo, ricavata nella roccia tufacea e frequentato sin dal X secolo. Si rinvengono affreschi duecenteschi. Mentre, sul fondo, sono eretti tre altari, di cui uno dedicato a san Michele. Si raggiungerebbe la vicina Gravina con San Michele delle Grotte: la prima cattedrale di Gravina, scavata nella roccia di un solo masso sul pericoloso ciglio del burrone, con quattordici pilastri quadrangolari che dividono la chiesa in cinque navate e con una sola pietra rocciosa a copertura del tetto. Al centro della chiesa-grotta c’è l’altare principale, con la nicchia di San Michele Arcangelo scolpito su pietra del monte Gargano, sulla sinistra c’è l’altare in onore di San Gabriele e sulla destra quello in onore di San Raffaele. Un tempo, come si nota ancora oggi, tutta la grotta era affrescata. Il tour potrebbe avere termine a Minervino Murge, ove il culto di   San Michele è coltivato all’ interno di una Cavità carsica risalente a due milioni di anni fa, alla quale si accede attraverso una scala per circa 20 metri. 

Gianni Moramarco 

Scatto di Carlo Centonze: la chiesa di San Michele delle Grotte di Gravina in Puglia

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