I Briganti

I briganti è un melodramma serio in tre atti di Saverio Mercadante. Nel 1835 Rossini, grande
stimatore di Mercadante, lo invitò a Parigi commissionandogli un’opera per il Théâtre Royal Italien
quando, sotto la sua direzione, era senza eguali nel mondo. Mercadante aveva intenzione di restarvi
tre mesi ma Romani, il primo librettista, si era trasferito a Torino per dirigere la Gazzetta ufficiale e
interruppe la produzione di libretti, a parte quello per Mercadante finché, visto il ritardo, intervenne
Rossini e l’incarico passò a Jacopo Crescini. L’opera fu composta in fretta mentre la prima fu più
volte rinviata fino al 22 marzo 1836 per l’indisposizione di due interpreti. Fu uno stimato successo:
un’opera modellata sulle vocalità di un gruppo stellare, il celebre Quartetto Puritani, con cui l’incontro fu
quasi un raduno di famiglia: Mercadante conosceva bene le loro possibilità vocali e le parti furono
rese di difficilissima esecuzione. L’opera contiene varie pagine pregevoli con cui inizia quella
riforma completata con Il giuramento, con cui rinnovare le tradizionali formule melodrammatiche e
snellire la linea melodica. Con questa riforma assurse a più importante operista italiano degli ultimi
anni Trenta dell’800, anticipando molti prototipi che, chi ignora le sue opere, attribuisce ad altri più
famosi.
La prima rappresentazione fu messa un po in ombra dal grande successo de Gli Ugonotti di
Meyerbeer, che debuttò una settimana prima. Rossini tornò in Italia alla fine della stagione, e l’opera
non fu ripresa a Parigi nella stagione successiva. Il nuovo stile di Mercadante ha trovato un
eminente ammiratore in Liszt, che espresse il suo apprezzamento anche indirettamente, componendo
un pezzo per pianoforte, Reminiscences de La Scala in cui elaborò temi di opere mercadantiane.
Mercadante revisionò l’opera per la prima alla Scala del 1837, eseguita un anno dopo a Torino,
mentre la versione parigina è stata eseguita in molte città comprese Londra, Lisbona e Malta fino al 1886.

I briganti è un melodramma serio in tre atti di Saverio Mercadante. Nel 1835 Rossini, grande
stimatore di Mercadante, lo invitò a Parigi commissionandogli un’opera per il Théâtre Royal Italien
quando, sotto la sua direzione, era senza eguali nel mondo. Mercadante aveva intenzione di restarvi
tre mesi ma Romani, il primo librettista, si era trasferito a Torino per dirigere la Gazzetta ufficiale e
interruppe la produzione di libretti, a parte quello per Mercadante finché, visto il ritardo, intervenne
Rossini e l’incarico passò a Jacopo Crescini. L’opera fu composta in fretta mentre la prima fu più
volte rinviata fino al 22 marzo 1836 per l’indisposizione di due interpreti. Fu uno stimato successo:
un’opera modellata sulle vocalità di un gruppo stellare, il celebre Quartetto Puritani, con cui l’incontro fu
quasi un raduno di famiglia: Mercadante conosceva bene le loro possibilità vocali e le parti furono
rese di difficilissima esecuzione. L’opera contiene varie pagine pregevoli con cui inizia quella
riforma completata con Il giuramento, con cui rinnovare le tradizionali formule melodrammatiche e
snellire la linea melodica. Con questa riforma assurse a più importante operista italiano degli ultimi
anni Trenta dell’800, anticipando molti prototipi che, chi ignora le sue opere, attribuisce ad altri più
famosi.
La prima rappresentazione fu messa un po in ombra dal grande successo de Gli Ugonotti di
Meyerbeer, che debuttò una settimana prima. Rossini tornò in Italia alla fine della stagione, e l’opera
non fu ripresa a Parigi nella stagione successiva. Il nuovo stile di Mercadante ha trovato un
eminente ammiratore in Liszt, che espresse il suo apprezzamento anche indirettamente, componendo
un pezzo per pianoforte, Reminiscences de La Scala in cui elaborò temi di opere mercadantiane.
Mercadante revisionò l’opera per la prima alla Scala del 1837, eseguita un anno dopo a Torino,
mentre la versione parigina è stata eseguita in molte città comprese Londra, Lisbona e Malta fino al 1886.

La qualità musicale è notevolissima, dovuta all’originale stile di canto fiorito e allo spiccato
talento. Crescini avrebbe volentieri scelto un fatto dalla Storia francese o italiana ma la ristrettezza
dei tempi portò a scegliere il dramma di Schiller Die Räuber, ambientato nella Boemia del XVII
secolo. La vicenda è incentrata sull’odio tra i fratelli Franz e Karl, che nell’opera divengono
Corrado ed Ermanno. Il libretto inizia in corrispondenza del IV atto di Schiller, quando Karl
torna al castello dove Franz lo fece dichiarare morto come suo padre.
L’opera è composta di quattro quadri. Il primo inizia dopo la falsa sepoltura del vecchio conte
con Corrado che corteggia inutilmente Amelia. Il secondo raffigura il ritorno di Ermanno e
l’incontro con Amelia. Il terzo (secondo atto) si svolge nel campo dei briganti. Il quarto si svolge nel
castello con Corrado che sta per gettarsi nella battaglia. Appare il conte che parla con Amelia e si
incontrano con Ermanno a cui i briganti chiedono fedeltà. Crescini, dovendo adattare tali
personaggi, ha cercato di temperare alcuni caratteri. Il malvagio Corrado è innamorato di Amelia
che invece è innamorata di Ermanno, capo di una banda di briganti. Completano il cast un monaco di nome
Bertrando, Rollero che è il secondo di Ermanno e Teresa, un’amica di Amelia.
Corrado ha imprigionato il padre, il vecchio conte Massimiliano nella torre della fame ma ne ha
annunciato la morte per impadronirsi del potere e dei beni di famiglia e prepara le nozze con
Amelia. Ermanno è con i briganti e viene creduto morto da Amelia, poi ritorna per liberare il padre
dando ad Amelia una nuova speranza. Quando appare Corrado, i due pensano di sfidarsi. Mentre
Ermanno prepara i suoi briganti per lo scontro, scopre il padre nella torre e gli promette che
riprenderà il potere per lui, risparmiando Corrado. Ma durante il combattimento Corrado muore
gettandosi sulla spada di Ermanno, così che il conte si sente tradito. Quando Ermanno riesce a
convincerlo di essere innocente, il lieto fine viene ostacolato dai briganti che chiedono ad Ermanno
di mantenere il suo giuramento. Ermanno decide di unirsi ai briganti, facendo morire di dolore
Amelia mentre il conte resta solo e distrutto.
A Luglio 2012 Il Belcanto Opera Rossini Festival di Bad Wildbad realizza una nuova edizione della versione parigina
perché nel 2007 il direttore artistico Schönleber riuscì a convincersi dei meriti di Mercadante grazie
alla rappresentazione del Don Chisciotte alle Nozze di Gamaccio. Un eccellente ensemble di
cantanti fu scelto per le parti estremamente alte e ricche di colorature. Primo fra tutti il tenore
Maxim Mironov, che nel ruolo di Ermanno, convincente anche come attore, ha deliziato il pubblico
con la sua voce sicura, andando all’assalto con elegante coraggio, affrontando tutto senza sconti e
occorre riconoscergli l’onore delle armi in un ruolo impossibile. Il baritono Vittorio Prato ha
padroneggiato brillantemente il ruolo di Corrado, che gli permette di andare oltre le sue solite
interpretazioni, con agilità graffiante, in modo scorrevole e sicuro. Culmine è la sua aria “Ah! No:
vivi” nel terzo atto, in cui canta l’amore per Amelia.
Amelia è interpretata in modo eccellente dal soprano Petya Ivanova che, senza batter ciglio, sale su
vette di cui il ruolo è pieno: acuti, salti di ottava, trilli, senza mai vacillare, per esempio nella sua
aria “Quando, guerrier mio splendido” nel primo atto, in cui sogna di incontrare Ermanno. Il basso
Bruno Praticò interpreta il Conte Massimiliano riuscendo in modo impressionante ad esprimere
vocalmente e drammaticamente tutti i suoi sentimenti, comunicando l’amore che Massimiliano
provava per entrambi i figli. I coristi della Camerata Bach Choir di Poznan oltre la loro parte fanno anche
i cortigiani, i partigiani, soldati, dame e servi, creando la giusta atmosfera. I musicisti dell’ensemble
Virtuosi Brunenses guidata da Antonino Fogliani offrono ai solisti un supporto che non li
costringe mai a sforzarsi. Fogliani riuscì ad elaborare tutte le sottigliezze di questa magistrale
partitura e a garantire una serata di prim’ordine, modellando la musica con precisione e fermezza,
donando alla composizione uno slancio e uno scintillio che fanno chiedere perché l’opera sia
scomparsa dalle scene. Fogliani dimostra abilmente la variegata arte orchestrale di Mercadante
tanto che alla fine il pubblico entusiasta ha festeggiato tutti con acclamazioni, lunghi e tempestosi
applausi per diversi minuti.
Mercadante utilizza formule musicali non proprio sue ma le combina con abilità. Lo spartito
sorprende e seduce per la sua varietà melodica e ritmica e la sua efficienza drammatica. Tra i
numeri migliori c’è un duetto dopo che Ermanno salva suo padre. Il momento più commovente
arriva alla fine quando Ermanno canta una cabaletta eroica ed espressiva che saluta suo padre e la
sua amante. Nonostante tutta la bellezza della musica, la parte del tenore è così alta che è difficile
trovare cantanti all’altezza rischiando l’esclusione dai repertori. La produzione è stata unanimemente
salutata con entusiasmo dalla stampa di tutto il mondo, con il New York Times che ha sottolineato
come sia stata curata in modo impeccabile e interpretata in maniera sensazionale.
Nel 2020 molti teatri d’opera hanno trascurato l’anniversario della morte di Mercadante ad
eccezione del Theater für Niedersachsen (teatro della Bassa Sassonia) di Hildesheim che ha
riaperto rappresentando I Briganti, facendo un ottimo lavoro in tempi difficili grazie al nuovo
direttore Oliver Graf. Il direttore musicale Florian Ziemen guida l’orchestra, ridotta per la
pandemia a 21 elementi invece dei 44 previsti, trattando la partitura in modo raffinato e preciso. Il coro ben
equilibrato come al solito è guidato da Achim Falkenhausen. L’ensemble è di altissimo livello:
Robyn Allegra Parton ha interpretato in modo credibile, con una voce espressiva e potente, la
donna che soffre per circostanze avverse; Corrado era in buone mani grazie a Zachary Bruce
Wilson che ha costantemente impressionato con una forte espressività. Questa interessante serata è
stata la prima parte di una “Trilogia dei ladri”, che continua con l’opera teatrale di Schiller e un
balletto sullo stesso argomento. L’opera ha avuto un’applauditissima prima assoluta, apparendo
semplicemente bella e potrebbe piacere anche ad un pubblico che non ha familiarità con l’opera.

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