Il ballo storico.

L’associazione Algramà, coi suoi abiti d’epoca, ha potuto organizzare eventi rievocativi della storia altamurana anche tra settecento e ottocento, partecipare sia a cortei storici di altre città che alle riprese di novembre 2018 di una puntata della trasmissione televisiva Sereno Variabile, condotta da Osvaldo Bevilacqua. All’interno della trasmissione ci siamo esibiti anche in un ballo storico grazie ad un breve corso specifico, tenuto dalla maestra Lucia Carulli di Gravina.

Lo scorso anno alcuni di noi algramini hanno partecipato ad un altro corso di ballo storico, tenuto dalla maestra Monica Pichichero di Santeramo, Ambasciatrice per la Regione Puglia della Compagnia Nazionale Danza Storica, alla fine del quale abbiamo potuto esibirci durante rievocazioni storiche di Ruvo, Altamura e Santeramo. Ci sono in programma altri corsi di ballo per ampliare le nostre competenze e chi volesse può chiedere di partecipare.

Il passo successivo vorrebbe essere quello di individuare alcune musiche di Saverio Mercadante che possano accompagnare qualche ballo o spettacolo, per far conoscere la bellezza delle suo opere; Mercadante ha scritto anche musiche per valzer e altri balli ma sono più noti alcuni concerti.

Il ballo è uno degli esercizi più salutari visto che mette in moto quasi tutti i nostri muscoli, rende più attiva la respirazione, ravviva molte funzioni corporee. Il ballo produce piacere, sia per chi balla, che per chi guarda, per la destrezza, la grazia, la precisione dei movimenti. Chi assiste al ballo sentirà il fascino della leggiadria dei ballerini. Anche nei movimenti di alcuni animali troviamo una lontana somiglianza con la danza, per esempio durante i corteggiamenti di alcuni uccelli, con certi giri e movimenti del corpo, accompagnati da canti insoliti. Una singolare danza è quella che le Paradisee eseguono sugli alberi: rialzano le ali, allungano il collo, agitano le splendide piume e a volte le fanno vibrare.

Tante opere letterarie e artistiche ci attestano l’antichità della danza, spesso considerata parte importante delle funzioni religiose: antiche sculture rinvenute in Egitto e India ci hanno conservato rappresentazioni di balli. Per i Greci la danza, guidata dal suono della lira e del flauto, insieme con la poesia e la musica, faceva parte dell’educazione della gioventù, tanto da porla sotto la protezione della musa Tersicore. Platone celebrava la danza come maestra di avvenenza, di grazia e leggiadria.

I Romani usarono molte delle danze inventate dai Greci, e ne crearono delle nuove, ma senza averne la stessa considerazione, senza conservare quel carattere dignitoso ed educativo. Sotto l’impero crebbe la passione del ballo che anche il Cristianesimo accettò inizialmente nei suoi riti. 

Il rinascimento artistico del ballo cominciò al tempo delle signorie e fu portato allo splendore alle corti dei principi d’Italia e Francia.

Nel 1700 divenne di moda l’uso dei balli mascherati. Tra le prime danze c’erano il brando, la volta , la gagliarda , la corrente , la tresca , ecc. e successivamente il minuetto, la gavotta , la ciaccona , la pavana e la giga. Nel 1800 la danza di società era occasione d’incontro: uomini e donne potevano abbracciarsi nelle danze di coppia, corteggiarsi senza infrangere le rigide regole di separazione tra i sessi. Le autorità tennero sotto controllo ogni forma organizzativa connessa ai balli. Il ballo era un’alternativa agli eventi religiosi, come occasione d’incontro, motivo per cui le autorità ecclesiastiche ebbero un atteggiamento di censura.

Le danze di società erano costituite da danze di gruppo e danze di coppia. Musicisti e maestri di ballo creavano variazioni rispettando regole generali. Tra le danze di gruppo c’erano le country dance inglesi (coi ballerini posizionati in due file parallele di dame e cavalieri che si fronteggiano), le danze francesi (le Quadriglie consistono di 4 o più coppie che si fronteggiano in quadrato), i Cotillon o le German (danze che utilizzano passi di valzer, polka e mazurka con scambio continuo del partner e improvvisazione giocosa). Nelle danze trionfa l’abbigliamento sfarzoso, reso leggiadro da ritmi e melodie spumeggianti. In generale la danza era condotta in maniera paritaria da uomo e donna ma nel valzer la donna deve abbandonarsi alla guida del cavaliere. La sequenza tipica della quadriglia comprende 5 figurazioni, (Le Pantalon, L’Été, La Poule, La Pastourelle e il Finale).

In Italia il valzer, originario dei paesi di lingua tedesca, fa il suo ingresso al seguito delle truppe francesi a Milano; nonostante le accuse di moralisti e igienisti che ne rimarcavano la pericolosità, il valzer si diffonderà a partire dagli anni Venti dell’Ottocento. La moda della polka scoppiò a Parigi nel carnevale 1843-1844 arrivando anche a Milano. La mazurka, di origine polacca, eseguita dalle coppie disposte in circolo, ricca di figurazioni e di passi caratteristici (come il battere il piede a terra e i talloni l’uno contro l’altro) in Italia venne considerata troppo difficile e fu adottata la polka-mazurka. Simile alla polka era la schottisch, introdotta a Londra e poi a Parigi, giunta in Italia alla fine degli anni Quaranta dell’ottocento.

Di seguito i link ad alcuni video della trasmissione Sereno Variabile.

https://www.raiplay.it/video/2018/12/Sereno-Variabile-356b4ef5-91e1-4ee2-a7e3-61dc16eee57c.html?fbclid=IwAR0eQQCGlNByV-hSLo7H0L7xBBTXiGvXMsA8WBBOHDec-DvBcS0b3LwvTcU

https://www.facebook.com/algramamurgia/videos/386045738818503/?__tn__=%2CO-R

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