Il Presidente Pepe, Lettera aperta per istituire in Puglia la “Capitale della Cultura Regionale”

L’intelligente proposta del mio concittadino avv. Gianni Moramarco di estendere il titolo di candidatura di Capitale della Cultura anche a livello regionale, dopo quella Europea e Italiana, è di grande interesse ed è convalidata da due buone ragioni. La prima: la consapevolezza dei cittadini di diventare protagonisti della loro storia e del loro futuro. La seconda: la disponibilità degli stessi ad un modo nuovo e partecipativo di promuovere il “patrimonio”, che mette in competizione i “territori comunali” della stessa Regione.

            La proposta è stata prontamente rilanciata da un incisivo commento del prof. Michele Gismundo, attento osservatore del territorio murgiano, sul sito web Algramà, che ha originato questa lettera aperta rivolta ai responsabili istituzionali della Regione Puglia, al nuovo assessore alla Cultura e Turismo Massimo Bray ed in particolare al presidente Emiliano per concorrere a cambiare la narrazione della nostra terra.

            Parafrasando la dichiarazione di un grande ammiratore delle nostre bellezze d’Italia, il noto scrittore tedesco Wolfgang Goethe, faccio mio il suo monito-appello: “Ciò che hai ereditato dai Padri riconquistalo se vuoi davvero vederlo”, che contiene l’esplicito invito a conoscere, a riscoprire e a valorizzare la bellezza del nostro territorio quale occasione di sviluppo economico e turistico.

            Siamo, dunque, tutti chiamati a riconquistare il patrimonio ricevuto e metterlo    a confronto in modo corretto con quello degli altri Comuni della Regione. Sono, perciò, a condividere l’idea progettuale dell’avv. Moramarco, peraltro già sperimentata in occasione del riconoscimento assegnato a Matera, di Capitale della Cultura Europea 2019 estesa, poi, a livello di Capitale della Cultura Italiana, grazie alla pronta avvedutezza del Ministro dei beni culturali Dario Franceschini.

            Infatti il termine “i.d.e.a.” è l’acronimo di “istituto demo-etno-antropologico” e ha rappresentato la posta principale del dossier della candidatura di Matera 2019. Tanto da far risultare vincente la narrazione dell’intera progettazione basata sugli archivi della memoria dell’uomo e del territorio espresso in modo speciale dal “Museo Naturale dei “Sassi della Città di Matera”.

            Da Carlo Levi a Capitale Europea della Cultura il salto è stato straordinario: la Città di Matera da luogo di brigantaggio, di lotta di contadini e di vergogna nazionale è passata ad orgoglio e bellezza italiana ed europea. E’ stata promossa perché ha coinvolto in modo serio e concreto l’intera Regione Basilicata, assieme ad una buona parte della Puglia, interessata con i suoi innumerevoli tesori, conosciuti, sì, ma non abbastanza che è doveroso tornare ad esaltarli e a segnalarli ad “un Patrimonio composto: da fortezze e castelli presenti a Castel del Monte, a Gravina, a Melfi, a Gioia, ad Oria, a Venosa; e da cattedrali romaniche a Bari, ad Altamura, a Troia e a Lecce con il suo barocco”, che ha attirato numerosi “buyers” turistici nazionali ed internazionali.

            Ricordo che già nel 2010 partecipando alla “Conferenza dei Consigli Regionali Italiani” fu redatta la “Carta di Matera” per parlare di Città, di Sud, di Cultura, di Politica e in particolare di cooperazione tra i territori, specie quelli confinanti.

            Discorso che va ripreso, ovviamente, aggiornando la “stessa” alle novità e alla evoluzione conoscitiva della storia dei diversi territori, e mettendo da parte campanilismi o effimere rivalità.

            Al concorso del 2018 la Città di Altamura, purtroppo non ebbe successo: anche la Città di Bari ci ha provato e pur essendo risultata tra le prime 10 finaliste non è stata scelta; al suo posto per il 2022 è stata preferita l’isola di Procida della Regione Campania.

            Forse, se nella progettazione iniziale di Bari fossero state coinvolte le Città di Taranto, di Altamura, di Gravina e di Matera e le eccezionali bellezze culturali e naturali si poteva attendere un esito diverso. Ciononostante al di là dei risultati va sottolineato che l’idea di coinvolgere le comunità di per se è già un successo. Sosteneva, infatti, il saggio leader Nelson Mandela che le “nuove opportunità si costruiscono sulle sconfitte”, anche perché quando si lotta per qualcosa non si perde mai.

            Purtroppo il passaggio del testimone dalla Basilicata alla Puglia non c’è stato, anche se non sono mancate occasioni di solidarietà turistica. Richiamo l’appoggio determinante del Comune di Matera per la candidatura di iscrizione nella lista del “Patrimonio Unesco” dei centri storici della Città di Gravina e di Altamura, invitati ad unire i propri destini nella costruzione di sinergie attrattive dei territori. Evidenzio il protocollo di intesa di questi giorni tra le Città di Matera e di Bari per ospitare il summit internazionale dei Ministri degli Esteri e delle relative delegazioni del “G.20” che si terrà il 29 Giugno di quest’anno.

            Fa bene, perciò, l’amico Gismundo ad entusiasmarsi della idea, che merita condivisione e che chiama in causa i rappresentanti istituzionali, in particolare i Sindaci della Puglia e i Consiglieri Regionali dei nostri territori (Paolicelli e Stea) che potrebbero assumere una iniziativa legislativa per la istituzione della “Capitale della Cultura Regionale” in Puglia che con una adeguata dotazione finanziaria, da iscrivere nel bilancio annuale della Regione.

            Mi auguro che chi può incidere non si tiri indietro, e che questa proposta venga esaminata e discussa e se possibile attuata con le stesse regole di quella nazionale.

            Restando in attesa saluto cordialmente.

            Altamura, 8 marzo 2021

Prof. Pietro Pepe

Già Presidente del Consiglio Regionale della Puglia  

Nell’immagine:

L’Anfiteatro Romano di Lecce

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