Il barone don Ettore Pomarici Santomasi di Gravina, un genio di bontà

PILLOLE DI STORIA. Un autentico genio di bontà il barone don Ettore Pomarici Santomasi. Dispose che dal suo vistoso patrimonio fossero distaccati in favore del Comune di Gravina in Puglia i seguenti beni: la masseria in contrada Murge denominata S. Mauro, con tutti i fabbricati, accessori e dipendenze, della estensione complessiva di circa 240 ettari;  un terreno, vigneto ed uliveto in contrada Castello, nulla escluso di tutte le possidenze; l’intero palazzo in Via Ponticelli (oggi via Museo) con tutte le accessioni, attinenze e dipendenze, palazzo destinato alla conservazione dei mobili, quadri, libri, documenti antichi, oggi degno museo e degna biblioteca al servizio della collettività. 

E’ dovere morale di ciascun gravinese e non solo essere informato di quanta generosa solidarietà fosse caratterizzata una così bella anima. Ettore Pomarici Santomasi discendente da una nobile famiglia nacque a Gravina in Puglia il 31 dicembre 1854, da Luca e da Carolina Calderoni, una famiglia ricca di 10 figli: Ettore fu l’unico maschio sopravvissuto. Allegro ed espansivo di carattere all’età di trent’anni sposò la nobile Maria Porro di Andria dalla quale ebbe tre figli: Luca, Lina e Michele. Alla nascita di quest’ultimo la giovane moglie morì. Sposò una sua nipote dalla quale si separò poco dopo. I suoi tre figli morirono tutti prima di lui. Unica gioia per Ettore le tre nipotine figlie di Michele, Lina, Franceschina e Michelina, che oggi vivono a Roma. 

Sempre più solo, sente che la fine è vicina. Con profetica lucidità e forza di carattere il 6 dicembre 1917, appena un giorno prima della sua morte, don Ettore, con legato testamentario, dona il palazzo ricevuto in donazione dai suoi genitori e alcuni suoi beni alla collettività, alla città di Gravina in Puglia. Il testamento tradisce la consapevolezza di aver ricevuto dai suoi concittadini apprezzamenti poco benevoli e di non essere stato mai capito né valutato appieno. Egli resta fermo, tuttavia, nel proposito di lasciare alla sua città quote notevoli del suo patrimonio. Ha le idee chiare: per la sua Gravina vuole un Scuola Agraria e di Caseificio da intitolarsi a suo nome. Egli stabilisce con precisione le norme e le condizioni per l’istituzione e la conduzione della stessa. 

Non accettò cariche pubbliche tranne quella di Consigliere della locale Banca Cooperativa Agraria, oggi Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Morì il 7 Dicembre 1917: la commozione fu tanta, in una cerimonia in Cattedrale, affollatissima. E’ di pochi animi eletti la disponibilità a coltivare una simile capacità di amore per il prossimo. Raccontiamolo ai ragazzi.

Michele Gismundo

One thought on “Il barone don Ettore Pomarici Santomasi di Gravina, un genio di bontà

  • 21 Ottobre 2020 in 21:44
    Permalink

    Mi interessa sapere di preciso il sito uliveto in contrada Castello

I commenti sono chiusi.

Questo sito utilizza cookie. Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore. Privacy policy