Il Nocino, ad Altamura il liquore con le noci si chiama Padre Peppe

Il mese di giugno per gli appassionati di genuine preparazioni fatte in casa, segna il momento ideale per raccogliere le noci e avviare il complesso, per certi versi, e lungo procedimento per la preparazione del liquore nocino.

            Nella vasta gamma di rosoli, sciroppi e liquori, questo elisir è il più affascinante giacché la sua storia è legata a leggende, narrazioni di magie ma anche riferimenti religiosi, un alone che ondeggia tra sacro e profano.

            Il liquore estratto dalle noci, secondo testimonianze riportate da varie ricerche, pare fosse già in uso tra gli antichi romani che evidentemente non si facevano mancare niente. L’albero del noce appare in molte opere d’arte, anche a tema religioso. Sant’Agostino attribuisce alla noce un forte significato simbolico, tanto da associarla a Cristo. Il mallo raffigurerebbe la carne di Gesù, il guscio, la croce – probabilmente la croce della crocifissione era di legno di noce – e il gheriglio alla sua anima. Facendo un accostamento all’essere umano, il mallo rappresenterebbe la carne, il gheriglio l’anima e il guscio le ossa.

            Nel mondo della mitologia si racconta che Ecate, dea greca non proprio di buon carattere, incontrasse altre divinità greche sotto un albero di noce, per rafforzare i loro malefici. Anche durante il medioevo il noce aveva una pessima fama poichè si favoleggiava che le streghe si riunissero sotto quell’albero, per celebrare riti magici in onore del diavolo… Leggende che svilupparono credenze secondo cui il noce era un albero da evitare per esseri umani e per animali.

            Fortunatamente per la reputazione dell’albero, la noce è anche simbolo di rigenerazione e ricca di proprietà terapeutiche contro il mal di testa (è evidente la somiglianza tra le curve del gheriglio e la conformazione del cervello umano). In floriterapia il noce trova molte applicazioni, procura effetti positivi a chi desidera lasciarsi alle spalle esperienze negative e andare verso nuove avventure.

            Qualcosa d’ incantato è però rimasto legato al momento della raccolta delle noci, nel ricordo di “pozioni magiche” preparate dalle streghe che facevano macerare i malli di noci acerbe. La data che nessuno osa non rispettare, è quella della notte tra il 23 e 24 giugno, Natività di San Giovanni. È la notte più corta dell’anno, la notte della forza dell’acqua e del fuoco, del sole e della luna che insieme regalano energie benefiche alla terra. È la notte in cui si attraversano i falò, la notte delle profezie per le ragazze in cerca di marito, per chi deve concepire o avviare una trattativa. In molte zone d’Italia la ricorrenza è ancora molto attesa e festeggiata con innocenti riti propiziatori.

            Per preparare un buon nocino, le noci si raccolgono ancora verdi, prima che si coprano di rugiada e dopo essere state scaldate dai raggi del sole. Ci sono anche numeri precisi, (19, 40…), che variano secondo le tradizioni.

            Le noci, tagliate a pezzi, sono messe in infusione nell’alcol insieme ad alcune spezie, quali noce moscata, cannella, chiodi di garofano…È importante mescolare spesso, almeno nel primo periodo. La macerazione termina il 31 ottobre, la “notte dei morti” dedicata a Pomona, dea romana dei frutti e dei semi, altro momento ricco di simboli, quando le noci si torchiano e al liquido ottenuto si aggiunge uno sciroppo di acqua e zucchero. Si procede con la filtrazione e poi l’imbottigliamento.

            La ricetta del nocino comunque viene “personalizzata” da ogni famiglia che segue solitamente le istruzioni ereditate dalle nonne.

            Nella città di Altamura il liquore con le noci si chiama Padre Peppe e qui la storia si arricchisce di nuovi particolari. Bisogna risalire alla fine del ‘700, quando il padre cappuccino Giuseppe Ronchi si recò in Puglia, sulla Murgia, per cercare di trovare un sollievo morale e materiale per gli affanni della vita quotidiana di chi ne avesse bisogno. Incominciò a raccogliere erbe spontanee e frutti, ricavandone estratti che richiedevano di essere ben conservati. Nel tempo riuscì a ottenere un’essenza che racchiudeva le numerose erbe e atri ingredienti che gli consentirono di confezionare un liquore medicamentoso. La famiglia Striccoli ha registrato il marchio Padre Peppe che produce col nome di Padre Peppe Elixir di Noce, rimasto comunque, “patrimonio immateriale” di tutta la città.

Giuditta Dina Lagonigro

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